Tra gli 8 arrestati figura anche il garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli, che aveva libero accesso alle strutture penitenziarie.
Figura anche Pietro Ioia, garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli, tra le otto persone arrestate dai carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli), per aver introdotto all’interno del carcere di Poggioreale e venduto ai detenuti telefoni cellulari e sostanze stupefacenti di vario genere.
Tutti gli arrestati, di cui 6 condotti in carcere e 2 ai domiciliari, sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all’accesso indebito di apparati di telefonia mobile, traffico e detenzione di droga.
La compagna di uno degli arrestati, secondo quanto ricostruito, attraverso il Garante faceva recapitare ai detenuti che facevano dell’organizzazione, i cellulari e la droga che poi venivano venduti alle altre persone recluse, creando un vero e proprio commercio illegale. Ioia approfittava dei colloqui mirati a verificare le condizioni in cui versavano i detenuti, per effettuare le consegne che gli erano state richieste. Il denaro veniva poi versato su alcune carte ricaricabili in uso a una donna e poi diviso con gli altri sodali dell’organizzazione.
Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di un dilagante fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolar modo di hashish e cocaina, del valore economico di diverse migliaia di euro, all’interno dell’istituto penitenziario. La Direzione del Carcere di Poggioreale e la Polizia penitenziaria hanno prestato la loro collaborazione alle indagini.