Raccogliere ed elaborare dati e informazioni sull’inquinamento da plastica sulle spiagge, nei mari, e lungo fiumi e laghi italiani. Questo è l’obiettivo di “Plastic Radar”, l’iniziativa di Greenpeace che ha lo scopo di rilevare le cause, i responsabili, e le aree più minacciate riguardo la “degenerazione” dell’ambiente. Il progetto richiede la collaborazione e partecipazione attiva dei cittadini, invitati a inviare segnalazioni in merito, attraverso alcuni semplici passaggi. Salvando il numero Whatsapp di Greenpeace +393423711267 sul proprio cellulare, è possibile inviare fotografie del rifiuto in plastica, insieme con il marchio del produttore, e la posizione Whatsapp del luogo in cui è stato trovato, rispondendo poi a semplici domande da parte di Greenpeace. Il passo successivo, naturalmente, sarà quello di gettare il rifiuto in un apposito cassonetto dell’immondizia, perché il mare non è una discarica.
Di seguito il video informativo su Plastic Radar.
In seguito alla segnalazione inviata, i dati saranno validati e analizzati per capire quali sono i rifiuti più diffusi sulle spiagge, e chi sono i responsabili dell’inquinamento da plastica, individuando le reali cause dell’inquinamento. Già nel 2018, grazie alle quasi 7mila segnalazioni valide, Greenpeace ha potuto constatare che il 91% riguardava rifiuti in plastica usa e getta, quali bottiglie per l’acqua minerale e bevande (25%), oltre a confezioni per alimenti (circa il 10%), frammenti (6%), sacchetti di plastica (4%), bicchieri, flaconi di detersivi, tappi e reti (tutti al 3%) e contenitori industriali, flaconi di saponi e contenitori in polistirolo (tutti al 2%). Sono stati indicati in particolare i marchi San Benedetto Group, Coca-Cola Company, e Nestlé, ragione per cui l’associazione ambientalista chiede a queste aziende di ridurre la produzione di plastica, investendo in sistemi di consegna alternativi. L’obiettivo è anche quello di far pressione sulle aziende in modo non violento, diretto, e creativo, grazie all’aiuto di più di un milione di persone che si è unito per questa iniziativa, facendo richiesta del Basta Plastica Usa-e-Getta.
Simona Cocola