TORINO. Compirà 83 anni il prossimo 7 giugno, 60 dei quali passati sulla scena. Pippo Baudo, con ironia e savoir faire, ha rivelato queste ed altre curiosità al pubblico del Salone del Libro, un pubblico attendo alla presentazione del libro “Ecco a voi. Una storia italiana”, edito da Solferino, a cui ha collaborato il giornalista Paolo Conti. Dopo il liceo, Pippo decide d’intraprendere un viaggio in treno, in terza classe, dalla Sicilia a Trieste, e quando arriva, ricorda che: «C’erano televisori grandi, e io penso: dentro quel televisore un giorno ci sarò anch’io. Io sono nato col morbo dello spettacolo. Vivevo a Militello, in Sicilia, e la prima volta che sono salito su un palcoscenico avevo sei anni».
Il libro è quasi un memoriale della storia d’Italia, di cui fanno parte numerosi personaggi conosciuti dall’artista, come Mike Bongiorno, Mina, Enzo Tortora. «Sono entrato dalla porta principale di via Teulada per fortuna e cocciutaggine – dice –, perché era fortissima la voglia che avevo di fare televisione. Dopo tre giorni dal primo provino, ho iniziato a condurre la trasmissione “Primo piano”, senza copione e in diretta. Mia madre pensava che il mondo dello spettacolo fosse degenere, ma io ho sempre vissuto per esso».
Il libro è suddiviso in diversi campi semantici, dal capitolo sulle soubrette, ai grandi della tv, ai politici, ai comici, e via dicendo, e segue un certo rigore, lo stesso che ha da sempre accompagnato Baudo, insieme col talento. «La mia avventura è stata bellissima», confessa, citando alcuni incontri, come quello con Wanda Osiris, Delia Scala, e con Sandra e Raimondo Vianello, che non inventavano, ma portavano in scena la propria vita. «Io cercavo personaggi, e li inventavo, facevo molti provini, ma non ho valutato come meritava Fiorello, quando mi si presentò, e quello è stato un errore».
Il rapporto con i politici è stato sempre confidenziale, rivela Baudo, perché li trattava come uomini, diventandone persino amico e confidente, come accadde con Giulio Andreotti. Questo ed altro emerge dal libro, in cui risalta una personale gratitudine al suo pubblico, e ai genitori. «Non ho mai pensato di ritirarmi. Ho fatto tredici edizioni di Sanremo, ma la prima è stata tremenda, perché era quella successiva al suicidio di Luigi Tenco».
Simona Cocola