La prossima udienza è fissata per il 1° febbraio 2022. Dalla gabbia degli imputati lo studente egiziano ha affermato di stare bene e ha ringraziato l'Italia
Dopo ben 22 mesi di prigionia, equivalenti a 668 giorni esatti, Patrick Zaki potrà finalmente uscire dal carcere. È quanto stabilito dal giudice monocratico del tribunale di Mansura. Lo studente egiziano tornerà a riassaporare la libertà, ma non è stato assolto dalle accuse di ‘diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese‘ basate su un articolo pubblicato più di due anni fa e per cui rischia 5 anni di carcere.
Secondo quanto affermato dalla testata egiziana MadaMasr, il tribunale per reati minori della sicurezza dello stato di emergenza ha deciso fissare la prossima udienza al 1 febbraio 2022. Al momento non si sa ancora quando sarà scarcerato, se oggi stesso oppure nei prossimi giorni.
All’udienza erano presenti i familiari del giovane e alcuni attivisti che dopo la lettura della sentenza hanno lanciato un grido di gioia liberatorio. Va inoltre sottolineata la presenza di cinque delegazioni diplomatiche: italiana, spagnola, statunitense, canadese e dell’Unione Europea.
Prima della sentenza, la sua legale Hoda Nasrallah, aveva chiesto l’acquisizione di altri atti per dimostrare presunte illegalità durante l’arresto avvenuto il 7 febbraio 2020 e la correttezza dell’articolo sui copti, prova cardine sul quale è basato tutto il procedimento penale. La mossa dell’avvocato ha provocato la sospensione quasi immediata dell’udienza, dopo appena 4 minuti, e probabilmente ha spinto il giudice a prendere una decisione che alla vigilia sembrava insperata.
A quanto pare poco prima del verdetto, interrogato da un diplomatico italiano sul suo stato di salute, il ricercatore egiziano dalla gabbia degli imputati avrebbe alzato il pollice affermando per tre volte di stare “bene”. Inoltre si è appreso che il diplomatico ha potuto parlagli brevemente per rappresentargli la vicinanza delle istituzioni italiane e Patrick ha ringraziato per quello che l’Italia e l’Ambasciata stanno facendo per lui.
Numerosi i messaggi di solidarietà e compiacimento espressi dalle più alte cariche istituzionali italiane tra cui spicca quella del premier Mario Draghi che attraverso una nota da Palazzo Chigi ha manifestato la propria soddisfazione per la scarcerazione di Patrick Zaki e ha promesso che la vicenda “sarà seguita con la massima attenzione da parte del Governo italiano” così come è stato fatto in passato.
Mentre per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che segue la vicenda sin dall’inizio, il primo obiettivo è stato raggiunto: “Patrick Zaki non è più in carcere. Adesso continuiamo a lavorare silenziosamente, con costanza e impegno”. Questo il contenuto del post pubblicato su Facebook, nel quale infine ha rivolto un doveroso ringraziamento al corpo diplomatico italiano.
Sulla pagina Facebook Patrick Libero, tra le più attive nel fornire informazioni, aggiornamenti e iniziative riguardanti lo studente, oltre a dare la notizia del rilascio e la data della prossima udienza ha lanciato un messaggio chiaro nei confronti della giustizia egiziana: “Non ci fermeremo finché tutte le accuse contro Patrick non saranno cadute, non avrà ottenuto la dovuta innocenza e non avrà completato i suoi studi“.
Il rettore dell’Università Alma Mater di Bologna, alla quale è iscritto Zaki, oltre a manifestare la propria gioia e soddisfazione per la sentenza ha ricordato come l’Università sia stata tra le prime a lottare affinché i diritti dello studente fossero rispettati e che continuerà a lottare e a farsi sentire fino a quando “non potremo accoglierlo nuovamente a Bologna” e “la sua grande comunità, quella dell’Alma Mater, non potrà nuovamente riabbracciarlo”
“Un enorme sospiro di sollievo perché finisce il tunnel di 22 mesi di carcere e speriamo che questo sia il primo passo per arrivare poi ad un provvedimento di assoluzione“. Lo ha affermato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “L’idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane scenderemo con uno stato d’animo diverso dal solito e più ottimista“. Noury ha poi voluto tributare un ringraziamento speciale a tutte quelle persone “che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo e dire a tutti e tutte di tenere alta l’attenzione“.
E a proposito di mobilitazioni oggi, 7 dicembre, sono previste iniziative in tutta Italia per continuare a tenere alta l’attenzione sulla vicenda e per condividere questo momento di sollievo. A Roma è in programma un’appuntamento alle 17:30 in piazza Bocca della Verità, dove attiviste e gli attivisti di Amnesty International scenderanno in piazza accompagnati da numerosi gruppi della società civile, rappresentanti di enti locali, giornaliste e giornalisti Rai e parlamentari.