È prevista per quest’oggi a Mansura, in Egitto, la sesta udienza del processo a carico di Patrick Zaki. Lo studente dell’università di Bologna rischia fino a cinque anni di carcere con l’accusa di diffusione di notizie false ai danni del proprio Paese. La legale principale del trentunenne ricercatore, Hoda Nasrallah, non ha fatto previsioni su contenuti e possibili esiti dell’udienza.
L’appuntamento presso la Corte d’emergenza della Sicurezza dello Stato di Mansura, la città natale di Patrick, è per le 10 ora locale e italiana ma come di consueto non è chiaro a che ora esattamente si terrà l’udienza. Il 31enne è a piede libero dopo la scarcerazione disposta l’8 dicembre e arrivata al termine di 22 mesi di custodia cautelare, ma al momento non può tornare in Italia a causa del processo in corso per “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” sulla base di un articolo del 2019 sui cristiani in Egitto perseguitati dall’Isis e discriminati da frange della società musulmana.
Fonti giudiziarie fanno sapere che potrebbe essere tutto rimandato per un nuovo aggiornamento, che potrebbe essere anche di altri due mesi, ma sottolineano inoltre che quello nei confronti di Zaki è un “processo politico“, particolarità che potrebbe spingere il giudice monocratico a pronunciare una sentenza. Infine un’altra fonte giudiziaria prevede che se i suoi legali termineranno le arringhe difensive, il processo sarà rinviato in attesa del verdetto finale.
Dopo la precedente udienza, quella del 5 aprile, Nasrallah aveva annunciato che i legali avrebbero atteso un pronunciamento della Corte costituzionale su un caso analogo a quello dell’attivista per i diritti umani e civili che potrebbe far decadere il suo processo, rendendo Patrick totalmente libero. I tempi sembrano però lunghi: il 31 luglio è la data di un possibile passaggio dal tribunale amministrativo alla Consulta egiziana del caso-pilota per lui rilevante.
