Patrick Zaki non vede l’ora di tornare in Italia, nella sua adorata Bologna. Lo studente ed attivista egiziano dell’Università nel capoluogo emiliano, incarcerato nel suo paese d’origine il 7 febbraio 2020 e liberato pochi giorni fa, l’8 dicembre, non ha dubbi. Intervistato da Fabio Fazio nel suo programma Che tempo che fa, Zaki, in collegamento video dall’Egitto, vuole riprendere il cammino interrotto quasi due anni fa.
Lo studente egiziano ha terminato il suo lungo calvario in carcere e adesso è in attesa del processo in patria. Le sue vicende personali, pur non ancora del tutto concluse, sembrano comunque volgere verso il meglio.
Patrick nasce nel 1991 da una famiglia cristiana copta, una minoranza religiosa del paese nordafricano, nel comune di Mansura. Nel 2018 fu tra gli organizzatori della campagna di Khaled Ali per la carica di presidente nazionale. Ali concorreva in difesa dei diritti umani dopo gli sconvolgimenti politici degli anni precedenti. Zaki aveva intanto aderito all’associazione Egyptian Initiative for Personal Rights al Cairo come ricercatore. Costretto successivamente al ritiro per un clima d’intolleranza nel paese, Ali vide l’arresto di alcuni suoi diretti sostenitori.
Dopo aver intrapreso un master universitario a Bologna nel 2019, Zaki tornò in Egitto per un breve visita, ma venne fermato all’aeroporto della capitale nella nazione africana. Alcuni agenti dei servizi segreti lo arrestarono, con accuse di terrorismo, sovversione ed altri presunti reati analoghi. In particolare alcuni post sui Social furono ritenuti pericolosi per il paese egiziano.
Torturato e spostato in diverse prigioni, Patrick Zaki ha visto prolungare la sua detenzione, complice purtroppo anche la pandemia di Covid, fino a pochi giorni orsono. Pur liberato, ma non assolto dalle accuse contestate, il giovane si appresta ad affrontare il processo intentatogli dalle autorità dell’Egitto, a partire dal 1° febbraio prossimo.
Le numerose iniziative italiane ed europee per ottenere la sua liberazione durante questi suoi lunghissimi 22 mesi di carcere hanno dunque avuto un felice esito.
“Grazie a tutti voi se sono a casa” ha dichiarato a Fazio quest’ultima domenica sera. “Adesso sto proprio bene – ha proseguito Patrick Zaki intervistato in collegamento video dall’Egitto – sto cercando di capire cosa mi è successo ma mi sembra di essere in un sogno. Voglio tornare, prendere il master e magari vivere a Bologna“.
Ricordando quei terribili momenti dell’arresto, Zaki ha detto: “Mi hanno fermato al controllo passaporti e mi hanno detto di rimanere lì in attesa qualche minuto. Non capivo cosa mi stava succedendo, ero terrorizzato, una paura che non auguro di vivere mai a nessuno“.
Relativamente alla scarcerazione di pochi giorni fa, Patrick ha aggiunto: “Sono uscito in cortile e mi hanno tolto le manette. Poi sono salito in auto con la mia famiglia ma non riuscivo a capacitarmi di ciò che mi stava succedendo. Non mi rendevo conto di essere libero“. Arrivato a casa sua, lui ha subito fatto “una doccia calda, il mio corpo ne sentiva proprio il bisogno“.
Zaki ha concluso con queste parole: “Non so ancora quando potrò tornare in Italia, ma non mi risulta esserci alcun divieto di viaggio nei miei confronti. Dita incrociate, spero di tornare presto a Bologna“.