• 22 Novembre 2024
  • SALUTE

Passaporto vaccinale: l’idea piace davvero a gestori di palestre e ristoratori?

In questi giorni non si parla d’altro ossia del certificato di vaccinazione, una sorta di passaporto vaccinale che certifichi appunto l’avvenuta somministrazione del vaccino anti-covid al fine di poter tornare alla normalità. Un’idea si legge su alcuni importanti quotidiani che parrebbe trovare consenso tra gestori di palestre e ristoratori, che ormai al collasso, con profitti ridotti all’osso, parrebbero disposti a qualsiasi cosa pur di riaprire.

Ma è davvero così? La questione della privacy in realtà la fa da padrona in molte discussioni sui social, così come si fa molto parlare di libertà, chi non intendesse sottoporsi al vaccino sarebbe dunque fuori da ogni attività non essenziale? Per quanto concerne i ristoratori, un no forte giunge dal Presidente Nazionale di Imprese Unite per l’Italia, Stefano Agnesini, che non ci sta a questi titoli di giornale ed anzi si dice contrario a qualsiasi azione leda la libertà dei suoi iscritti e dei clienti stessi. Anche molti gestori di palestre si sono detti contrari a tale vincolo per i propri tesserati, ma per altri se è l’unico modo per riaprire ben venga esattamente come la mascherina per lo sport ideata in Francia. Ci pare in soldoni che le categorie interessate maggiormente dalla crisi, gestori di palestre e ristorati, si stiano dividendo in due gruppi, quelli disposti a tutto pur di riaprire in ‘legalità’ ossia con l’ok del Governo e quelli che non ci stanno a vedersi privati della propria libertà, e che hanno deciso di riaprire nel rispetto delle norme anticovid, sebbene contro i dpcm. Vediamo dunque le ragioni dei sì e dei no al certificato di vaccinazione.

Certificato di vaccinazione: Palestre, piscine e ristoranti favorevoli, fateci riaprire

E’ stato il Messaggero a voler sondare la questione e ad intervistare alcuni esperti del settore sulla questione, Giorgio Averni, presidente del circolo Antico Tiro a Volo, a Roma, ha dichiarato:  Sì al passaporto vaccinale e a qualsiasi strumento riconosciuto dai sanitari che consenta di riaprire presto e tornare alla normalità”

Anche per Paolo Barelli, presidente Federazione Italiana Nuoto, non sarebbe una cattiva idea, anzi “sarebbe certamente, un bel mezzo per riaprire le attività, vi è chi è titubante come Laura Filipponi, responsabile Lungotevere Fitness, che dice che come cittadina il passaporto le pare una forzatura perché tocca il campo della privacy, ma se questo può effettivamente aiutare a riaprire forse ben venga, se non vi sono altre soluzioni.

Per quanto concerne il mondo della ristorazione, anche qui i pareri sono in parte favorevoli, come riporta il Messaggero, per la Chef Cristina Bowerman, presidente Ambasciatori del Gusto Il passaporto vaccinale è fondamentale. Ben venga e il prima possibile. Bisogna procedere per aperture mirate dei ristoranti in sicurezza, non si può continuare con le chiusure. I politici, a domande scomode rispondono sempre che la situazione è la stessa in tutta Europa. Non è così. Il virus c’è in tutta Europa ma il modo in cui i governi affrontano la situazione è diverso. Ciò che sta accadendo ora, poi, mi terrorizza. Temo che tutta questa guerriglia politica possa distrarre dalle azioni concrete da prendere”

Favorevole al documento anche la Federazione Italiana Cuochi, “È un’ottima idea per entrare al ristorante in maggiore sicurezza – afferma il presidente Rocco Pozzuolo, che chiede altri interventi nel frattempo – «In Italia saremo tutti vaccinati a fine anno, a livello economico come ci arriviamo?».

Poi vi è anche chi si dice completamente contrario come Stefano Agnesini, Presidente Nazionale confederazione Imprese Unite per l’Italia, che ha da poco diramato un comunicato stampa sulla questione ‘passaporto vaccinale’ e ce ne ha gentilmente fornito il testo completo, che qui vi riproponiamo

Passaporto Vaccinale, Agnesini: assolutamente contrari, lede la libertà dei singoli

Il Presidente Nazionale della Confederazione Imprese Unite per l’Italia Stefano Agnesini non ci sta:Mi arrivano voci e leggo notizie sconvolgenti, la nostra Confederazione ne prende le distanze: amiamo la libertà ed è troppo importante“.

Il Presidente Nazionale ci tiene a precisare che la Confederazione è e sarà sempre contraria a qualsiasi forzatura, quindi non sarà disposta ad accettare compromessi o, peggio ancora, ricatti. L’iniziativa #IOAPRO, sostenuta dalla nostra Confederazione, non ha mai condiviso né elaborato comunicati relativi a passaporti vaccinali o certificati vaccinali per subordinare o accelerare l’apertura delle nostre attività ed anzi ritiene che ciò costituisca una gravissima lesione del diritto di autodeterminazione di ogni individuo, in quanto ognuno deve essere libero di scegliere a quali trattamenti sanitari sottoporsi o se vaccinarsi.

La Confederazione della quale sono Presidente, in ossequio ai principi della nostra democrazia e costituzione, rifugge da ogni tipo di schedatura “negazionista”, “no vax”, “no mask”, ecc., trattandosi di etichette vuote di significato, del tutto divisive e che creano ancor più conflitto e confusione tra le persone. Noi stiamo lottando per un diritto sancito dalla costituzione quale il diritto al lavoro, ma non solo. Attraverso questa lotta si vuole affermare la centralità della Costituzione nell’ordinamento democratico, come recentemente ribadito dal nuovo presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio.

Per il bene e la tenuta della comunità nazionale va scongiurata qualunque imposizione di patentino vaccinale. Al fine di contrastare notizie false ed in alcun modo riferibili a questa Confederazione e ai propri aderenti (ideatori dell’iniziativa #IOAPRO) abbiamo già dato espresso incarico ai nostri avvocati di spendere il nome della Confederazione e quello dei propri aderenti / ideatori dell’iniziativa #IOAPRO per comunicazioni ufficiali presso qualunque organo di informazione, con ogni facoltà necessaria e conseguente.

Voi da che parte state? Favorevoli o contrari al passaporto vaccinale per riaprire palestre, piscine, ristoranti?

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Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

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