Si è tenuta Domenica scorsa in piazza Castello a Torino, la manifestazione pacifica delle partite Iva, oltre 1000 persone hanno partecipato all’evento promosso tra gli altri da FIPI– futuro italiano partite iva- presenti 12 sigle di categorie, ambulanti, esercenti dello spettacolo e del turismo, tassisti, partite iva, tutti in piazza per chiedere di poter tornare a lavorare, esausti di DPCM che tagliano fuori alcune categorie di lavoratori tutelandone solo altre.
Gli ambulanti, come abbiamo lungamente esplicitato nell’intervista che vi abbiamo proposto pochi giorni fa , denunciano le discriminazioni emerse nell’ultimo DPCM che a partire dall’allegato 23 denunciano le discriminazioni emerse nell’ultimo DPCM che a partire dall’allegato 23 salva le categorie che vendono i prodotti nei negozi al dettaglio, ma taglia fuori i commercianti che vendono gli stessi prodotti sui banchi dei mercati rionali nelle zone rosse.
Due pesi e due misure che proprio gli ambulanti, scesi in piazza, non possono e non intendono accettare. Molti di loro vivono di ‘mercato’ e oggi, pur avendo i magazzini pieni, dato l’arrivo del Natale e gli acquisti fatti per i propri clienti abituali in vista di uno dei periodi più proficui dell’anno, si trovano con i fornitori da pagare e zero euro di entrate.
Tra i vati cartelli che si possono leggere tra i manifestanti, tutti ligi alle regole con il volto coperto da mascherina, si legge: “Art 1 della costituzione: diritto al lavoro”, “Se uccidi le imprese, uccidi il Paese”, “Finché il mio cuore batte, io combatto”, “E noi come mangiamo, no lockdown”, “Aperti perché all’aperto”, “Se non ci ammazza il Covid ci ammazzate voi”. “Non chiediamo uno stipendio ma solo che ci paghi ogni mese affitti e utenze”, “Il Governo ci ha chiesto sacrificio ed ora ci sacrifica”.
“Tu mi chiudi e tu mi paghi. Conte stai uccidendo il commercio ambulante”. “Vogliamo solo lavorare”, “Diritto al lavoro”, “Se perdo il lavoro, perdo dignità, rispetto, diritti e regole, non farmi diventare quello che non voglio”, “I supermercati chiusi aperti, i mercati all’aperto chiusi, ma perché??”. “Dio guarisci questa Nazione, più fatti meno DPCM, noi siamo l’Italia che non si arrende”. “Cirio noi abbiamo famiglia!”.
Chi è sceso in piazza ci tiene a precisare che si dissocia completamente dai negazionisti, anzi sono stati gli stessi manifestanti a chiedere ad un gruppo di circa 10 persone senza mascherina che indossavano la pettorina con su scritto “Human rights defender”, scesi in piazza con la scusa della Manifestazione delle partite Iva per creare disordine, di allontanarsi immediatamente.
Due di queste persone sono anche state portate in questura in quanto si sono rifiutate di mostrare agli agenti le loro generalità. Come avevamo avuto già modo di spiegare in un nostro precedente pezzo, è obbligatorio fornire le proprie generalità alle forze dell’ordine: lo prevede l’articolo 651 del Codice penale.
Lo scopo della manifestazione, come si evince dai contenuti ben esplicitati nei cartelli, è quello di chiedere al Governo di poter tornare a lavorare, non contano nemmeno tanto gli aiuti che il Dl ristori potrebbe fornire loro, quello che la partite Iva chiedono e di restituire loro la dignità. Per molti padri di famiglia, specie per quanti sono gli unici percettori di reddito, il lavoro non è solo lavoro ma racchiude in sé rispetto, dignità e il potersi guardare allo specchio fieri di essere ancora male breadwinner.
Senza contare che molti ambulanti condividono il banco al mercato con il rispettivo marito/moglie e dunque quella famiglia, oggi, si trova priva di reddito, senza capire bene le logiche di un DPCM, l’ultimo, che sembra portare con sé dei paradossi. Uno dei cartelli indossati da un manifestante, ben esplicita, quello che da tempo gli ambulanti vanno dicendo: “I supermercati chiusi aperti, i mercati all’aperto chiusi, ma perché??”.
Ora lo scopo primario di quanti sono scesi in piazza è quello di chiedere equità e giustizia al Governo e soprattutto chiedono di poter essere ricevuti a Roma, l’obiettivo è quello di ottenere quanto prima un incontro con il premier Conte.
Tra quanti si sono espressi sul palco anche Gregory Massa, consigliere Nazionale GOIA-UGL, che dice, estrapoliamo alcune parti del suo intervento: “Molti colleghi ci scrivono su Fb, quello vende (riferimento alla Grande distribuzione) cose per cui sono chiuso, ho comprato la merce per il Natale e la sto guardando bloccato dentro casa. Ci hanno bruciato la primavera, ci hanno fatto arrivare ai saldi subito addosso nell’estate per far morire la grande distribuzione tessile, adesso ci vogliono togliere anche il Natale…caxx…Basta!, basta veramente!Sia chiaro non ci fermiamo, noi abbiamo obbligato il Parlamento italiano nel 2018 a riconoscere i mercati come di primaria importanza sociale e occupazionela”.
“ Problemi ambulanti e uguale a quella dei fissi, la fanno da padrone la grande distribuzione e commercio online, chiediamo la web tax, devono pagare le tasse qua in Italia, ci devono pagare il danno che stanno facendo”.
Cosa chiediamo? Ricapitolando: Il biennio bianco, l’abbiamo chiesta già a gennaio, prima del Covid, non ci possiamo ammalare perché non ci danno la mutua, ma noi il Covid lo sentivamo già prima che arrivasse, eravamo già con le ruote sgonfie. Abbiamo bisogno di un biennio bianco che ci permette di prendere fiato e di rimettere in piedi le nostre attività, che non sono solo operazioni finanziarie, ma desideri e sogni di una vita, sono i lavori delle famiglie, le storie delle famiglie, e gente che muore dietro ai propri banconi, diamogli rispetto. Questo è il punto.
La tassa unica, Noi abbiamo un sistema fiscale che ci tratta come le Spa a noi serve un sistema fiscale che ci dica cosa dobbiamo pagare e stop lo paghiamo, non che poi mi fai tra due anni mi fai scattare l’accertamento. Molti colleghi hanno dovuto anche subire accertamenti, Equitalia. Ora servono Protocolli certi e date certe per ripartire. Stiamo collaborando con Veneto e Friuli, perché li spiace dirlo ci ascoltano di più, per avere protocolli certi per riaprire e lavorare come fanno i supermercati adesso, senza fare assembramenti come fanno loro invece.
Ad intervenire intervistata dal TGR Piemonte anche Beba Pucciatti, Presidente nazionali Fipi, che a nome della categoria ha chiesto: “ Anno fiscale 2020/21 bianco, revisione fiscale, rimodulazione tassazione, vogliamo una tassazione unica”.
Insomma le richieste ci paiono chiare, le partite Iva vogliono solo poter lavorare dignitosamente e avere maggiori tutele per la categoria e le loro famiglie. Inoltre dalle parole udite e dall’esito della Manifestazione ci pare evidente che anche se la battaglia ad oggi è persa, il DPCM taglia fuori molte categorie, la Guerra è ancora tutta da combattere, le partite Iva non si fermeranno, a costo anche di portare le loro istanze a Roma.
Erica Venditti