Non rincuora di certo la decisione che ha assunto la Sardegna su palestre e piscine, infatti, la Regione pur essendo da lunedì zona bianca, requisito che era stato considerato dal Governo imprescindibile per poter riaprire, dato il basso indice di contagiosità, non ha ancora concesso la riapertura delle palestre, gettando nello sconforto i gestori di tutta Italia.
“Questo é puro accanimento contro di noi”, si legge sulle pagine facebook che raccolgono appassionati e lavoratori della categoria. “Non si era detto, aggiungono altri indispettiti, che in zona bianca avrebbero riaperto, ed ora cosa é cambiato?“. Effettivamente le linee guida avevano parlato di riapertura sono con indice Rt sotto lo 0.5, e dunque in zona bianca, già centrare questi obiettivi sembrava un’utopia, ora che qualche Regione, la Sardegna appunto, é riuscita nell’intento, la non riapertura suona come l’ennesima beffa. Vediamo le ragioni che ha espresso Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna e le reazioni che hanno suscitato le sue affermazioni.
Da lunedì 1 marzo sono tornati a tirare un sospiro di sollievo ristoranti e bar, in quanto la nuova ordinanza firmata da Solinas ha posto la Regione Sardegna prima in zona bianca, ragion per cui i bar potranno restare aperti fino alle 21, mentre i ristoranti potranno restare finalmente aperti anche a cena con chiusura del locale prevista alle 23. Il coprifuoco scatterà puntuale alle 23:30. In tutto questo clima di ritorno alla pseudo normalità vissuta con grande gioia dalla Sardegna, restano fuori gestori di palestre e piscine, che affranti dovranno attendere almeno ancora 1 settimana.
Per loro nessun automatismo sulle riaperture, come invece inizialmente era parso, le ragioni le spiega, o meglio ci prova, dato il vespaio di polemiche che la decisione ha comportato, il Presidente della Regione: “ Bisogna verificare prima i dati dei contagi, se saranno incoraggianti si riaprirà”. Eccovi le sue parole nell’ordinanza firmata pochi giorni fa.
Cos’ Solinas: ” In relazione all’andamento degli indicatori epidemiologici valutati a seguito di tali riaperture, con successive specifiche ordinanze – d’intesa con il tavolo tecnico istituzionale composto dai rappresentanti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità e della Regione Sardegna – potranno essere riaperte, con le necessarie prescrizioni, le seguenti attività: – palestre, scuole di danza (senza contatto)”.
Bisogna dunque attendere almeno lunedì prossimo e soprattutto le palestre dovranno comprendere come e se é conveniente per loro riaprire, dati gli spazi a disposizione, in quanto ‘sarà vietato qualunque contatto fisico’ .
Per i gestori delle palestre si tratta di “ennesimo rinvio ingiustificato, perché bar e ristoranti sì? e noi no?“, e ancora: “hanno deciso di farci ‘morire’ lentamente, ormai é evidente le palestre non riapriranno”, “accanimento esagerato contro la nostra categoria, ma cosa abbiamo fatto per meritarci questo? Perché non possiamo lavorare, nel pieno rispetto delle regole, esattamente come gli altri?. Questi sono solo alcuni dei commenti che i gestori di palestre e piscine stanno scrivendo su alcuni gruppi come ‘ Apriamo le palestre‘ o ‘Malati di palestra’, che si popolano ogni giorno di discussioni circa la paradossale situazione che il mondo del fitness sta vivendo da circa un anno ed in maniera ancora più dolorosa con il secondo lockdown per le attività fisiche dal 24 ottobre scorso.
Non resta che attendere lunedì prossimo per vedere se i dati permetteranno anche la riapertura, tanto attesa, di palestre e piscine, visto anche l’avvicinarsi della bella stagione e la voglia di tornare ‘in forma’ che generalmente colpisce agli inizi della primavera, anche i più pigri.