CAGLIARI. Nel quartiere storico di Castello, Palazzo Regio occupa un’ampia area tra il Terrapieno e la piazza Palazzo. Sede della Prefettura e del Consiglio Provinciale di Cagliari, fu adibito a sede viceregia nel 1337 per volontà di Pietro d’Aragona, sovrano del “Regnum Sardiniae et Corsicae”. Nei secoli i governatori del Regno disposero nuovi uffici, per cui fu necessario modificare il palazzo attraverso opere strutturali. Oltre agli appartamenti privati dei componenti la corte viceregia, all’interno dei suoi locali si stabilirono, infatti, la sede della Reale Udienza e la direzione della difesa militare dell’isola.
Nel 1730, su progetto dell’ingegnere capo De Guibert, furono ricostruiti il portale, l’atrio, e lo scalone d’onore, ma si cominciarono anche i lavori di abbellimento del salone della Reale Udienza. In seguito l’ingegnere Della Vallea ristrutturò il piano nobile con la sistemazione di una serie di saloni, mentre la facciata, che un’iscrizione al centro del prospetto in asse col portone principale dice conclusa nel 1769 per volontà del viceré Ludovico De Hallot, si deve a un disegno di Saverio Belgrano di Famolasco, che progettò anche il prospetto sopra il Terrapieno. Dal 1799 al 1815, in seguito all’occupazione francese del Piemonte, all’interno di Palazzo Regio dimorò la corte sabauda, mentre nel 1885 l’Amministrazione Provinciale lo acquistò dal demanio dello Stato.
Il prospetto principale è caratterizzato da tre ordini di finestre incorniciate da paraste monumentali in pietra, che si sviluppano a tutta altezza. Le finestre del piano nobile, sormontate da cornici aggettanti, si aprono su balconi di forma ricurva, sostenuti da mensole e con ringhiere in ferro battuto. Un alto parapetto con cornicione conclude la parte superiore dell’edificio. Il portale centrale, con arco a tutto sesto, è inquadrato da due colonne doriche che sorreggono il balcone sovrastante. L’atrio introduce alla scalinata che porta al piano nobile; quindi si passa, attraverso la sala con i ritratti dei viceré, nell’aula del consiglio provinciale, realizzata nella sua attuale configurazione alla fine dell’Ottocento, e decorata da Domenico Bruschi. Al secondo piano si accede attraverso due scale di servizio. Il prospetto che strapiomba sulla passeggiata del Terrapieno è formato da arcate semiobliterate, concluse da finestroni.
La storia di Palazzo Regio passa anche dalle cerimonie cortigiane, sebbene feste e manifestazioni ufficiali, come da documentazione rilevata, si svolgevano spesso all’esterno per la necessità di spazi più ampi e per coinvolgere totalmente i ceti privilegiati e il popolo cittadino. Questo perché il palazzo non era adeguato ad accogliere eventi pubblici che eccedevano le modeste abitudini quotidiane della corte e della burocrazia vicereale. Testimone di tale situazione sarà il duca di Montalto, giunto come viceré intorno alla metà del Seicento, il quale rimarrà sconcertato per essere costretto a vivere in un palazzo rovinato e con spazi non adatti alla famiglia vicereale. Le informazioni pervenute su cerimonie, feste, e processioni cagliaritane sono frammentarie e generiche, e hanno luogo al tempo di Filippo III, quando venivano coinvolti il viceré, le gerarchie laiche e religiose, e il popolo cagliaritano.
Simona Cocola