• 27 Dicembre 2024
  • DAL MONDO

Oscar 2019 a “Green Book”, Malek e Colman i migliori attori

LOS ANGELES. E’ andato a “Green Book” l’Oscar come migliore film alla novantunesima edizione degli Academy Awards. Non era fra le pellicole favorite ma in qualche modo era in perfetta linea con una serata i cui temi d’inclusione e d’integrazione hanno monopolizzato l’intera cerimonia. La corroborante storia del viaggio del musicista Don Shirley e del suo autista nell’America profonda e razzista degli anni Sessanta, ha vinto tre statuette importanti, oltre a miglior film, anche migliore attore non protagonista, Mahershala Ali e migliore sceneggiatura originale, scritta tra gli altri da Nick Vallelonga, attore e sceneggiatore italoamericano che si è basato sulla reale esperienza del padre, che fu davvero l’autista del musicista jazz in quell’epico viaggio che sfidò la segregazione razziale e l’intolleranza del tempo.

Ali non è stato l’unico attore afroamericano a vincere in questa serata di rivincita per le minoranze. Regina King, per Se la strada potesse parlare, è stata la prima della cerimonia a stringere in mano una statuetta: migliore attrice non protagonista.

Poi Spike Lee, per BlacKkKlansman, ha ottenuto il premio per la migliore sceneggiatura non originale e ha infiammato la platea degli Oscar con un discorso molto politico: “Le elezioni 2020 sono dietro l’angolo, ricordiamocelo, possiamo fare una scelta di amore e non di odio”. Spike Lee ha ringraziato la bisnonna e “che era stata una schiava. Rendo omaggio a lei e ai nostri antenati, grazie al loro sacrificio siamo qui, grazie per aver costruito il Paese e sopportato il genocidio dei nativi”.

E poi c’è Roma, di Alfonso Cuaron, altro film dalla forte connotazione sociale, grande favorito della vigilia, che racconta la storia della domestica di famiglia nell’infanzia del regista messicano, a Mexico City. Roma, prodotto da Netflix, ha vinto premi importanti: miglior film in lingua straniera, miglior regista, migliore fotografia. “Questo film è dedicato ai 70 milioni di collaboratori domestici che lavorano nelle nostre case e che di solito sono relegate nello sfondo dei nostri film – ha detto il regista messicano -. Gli immigrati e le donne proiettano il mondo in avanti”. Rami Malek, vincitore dell’Oscar per il migliore attore protagonista con Bohemian Rhapsody, ha anche lui una storia di inclusione da raccontare: “Sono il figlio di immigrati egiziani, americano di seconda generazione, non ero la scelta più ovvia ma a quanto pare ha funzionato”.

Bohemian Rhapsody è il film che ha vinto di più, quattro statuette, le altre però tutte tecniche: montaggio, sound editing e sound mixing. Anche il premio per la migliore attrice protagonista ha sorpreso, è andato a Olivia Colman, per la Favorita, battendo Glenn Close, che, nominata sette volte agli Oscar (questa volta per The Wife) non ha mai vinto.

La Colman ha battuto anche Lady Gaga che si è rifatta con il premio alla migliore canzone, Shallow, da A Star is Born, forse il film dal risultato più deludente della serata che, a fronte di otto candidature ha portato solo quella andata a Miss Germanotta. Lady Gaga ha ritirato il premio tra le lacrime e dopo i ringraziamenti di rito ha poi detto che il segreto del successo è la disciplina e la capacità di tornare in pista dopo i no, dopo gli insuccessi: “Il segreto è il numero delle volte che sei in grado di rialzarti dopo le cadute”.

Per l’Italia un’unica soddisfazione: Spider-Man: Un Nuovo Universo ha vinto l’Oscar per il miglior film di animazione e Sara Pichelli, disegnatrice di fumetti di Porto Sant’elpidio, classe 1983, è la creatrice del protagonista. “Sara Pichelli ha creato il personaggio di Miles, ha fatto il lavoro pesante, poi per noi è stato facile portarlo sullo schermo”, ha detto il regista Peter Ramsey in sala stampa.

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