• 23 Dicembre 2024
  • ECONOMIA

Ormai un milione di italiani nei negozi paga con il telefonino

ROMA. Sono circa un milione i consumato italiani che pagano abitualmente al negozio o al ristorante con lo smartphone, spendendo mediamente 500 euro all’anno. I numeri li fornisce il nuovo Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano che conferma come questo metodo di pagamento abbia avuto una crescita esponenziale nel 2018 con un 650 per cento, registrando transazioni per 530 milioni i di euro, con oltre 15,6 milioni di transazioni effettuate.

La stima dell’Osservatorio è che questa modalità di pagamento possa valere fino a 10 miliardi di euro all’anno entro il 2021. A utilizzare il telefono per fare pagamenti nei punti vendita è stato circa un milione di italiani, il doppio rispetto al 2017. Raddoppiata anche la spesa annuale media, che ha superato i 500 euro per persona. In base al report, il valore degli acquisti online di beni e servizi tramite sito mobile o app (tipologie che rientrano nel Mobile remote commerce) è cresciuto del 40% per un totale di 8,4 miliardi di euro: un valore pari al 31% del totale dell’e-commerce, in crescita rispetto al 25% del 2017. A trainare è l’abbigliamento, seguito dal Food&Grocery, mentre ha meno appeal la vendita di servizi, dal turismo e trasporti alle assicurazioni.

Cresce anche, ma meno rispetto al passato, il mercato del Mobile remote payment – cioè i pagamenti di ricariche telefoniche, bollette, parcheggi, biglietti dei mezzi, noleggi auto e taxi attraverso il cellulare – che raggiunge i 900 milioni di euro di transato con un incremento del 10%.

Di rilievo è l’aumenta (nell’ordine del 53%) dei pagamenti di parcheggi, biglietti dei mezzi pubblici, taxi, servizi di car sharing e bike sharing. In totale valgono oltre 180 milioni di euro e sono presenti in 460 comuni (il 5,8% del totale), abitati dal 39% circa della popolazione italiana.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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