Tra poco via al negoziato tra Russia e Ucraina in Bielorussia. Mentre Putin evoca la deterrenza nucleare, la Ue, Italia compresa, invia armi a Kiev
E’ il giorno del negoziato tra Russia e Ucraina al confine nord, a Gomel, in Bielorussia. Tra circa un’ora la delegazione partita da Kiev incontrerà quella russa. Per il presidente Volodymyr Zelensky le prossime 24 ore saranno cruciali per il suo paese. Il ministero degli esteri bielorusso ha postato la foto del tavolo negoziale, già allestito e pronto ad accogliere la trattativa.
La situazione interna russa si sta facendo pesante: il rublo ha perso il 30% del suo valore ed è ai minimi sul dollaro. Alcuni oligarchi hanno apertamente criticato Putin. E il presidente ha evocato lo spettro delle armi nucleari, in risposta all’atteggiamento “aggressivo” di alcuni leader europei e alle sanzioni definite “illegittime“. Il Cremlino ha fatto sapere di aver messo in allerta il sistema difensivo di deterrenza nucleare.
L’Unione europea non solo conferma le sanzioni ma prepara gli aiuti militari. L’Alto rappresentante della politica estera Josep Borrell ha annunciato che saranno spesi milioni di euro per armi da consegnare all’Ucraina, compresi jet. “E’ la prima volta nella storia“. Il G7 avverte Mosca: non sarà riconosciuta nessuna eventuale conquista militare né alcun cambiamento di statuto in Ucraina.
L’Ucraina è “una di noi e li vogliamo nell’Unione europea“. Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante un’intervista. Un primo passo sarà l’integrazione del mercato ucraino in quello unico europeo. Anche di questo Von der Leyen ha parlato al telefono con il presidente Zelensky.
E mentre la Germania prepara un programma di riarmo da 100 miliardi di euro perché, ha spiegato il cancelliere Scholz, “il mondo non sarà più lo stesso”, anche l’Italia è pronta a inviare armi. Per questo pomeriggio è previsto un apposito Consiglio dei ministri. Nel testo si parla di missili antiaerei e anticarro, mitragliatrici e munizioni. Il materiale sarà consegnato alle autorità civili ucraine. La Lega non nasconde la sua perplessità: fonti del partito di via Bellerio fanno sapere che “La Lega auspica una risoluzione sull’Ucraina in cui possa riconoscersi convintamente tutto il Parlamento e non solo la maggioranza, fermo restando l’obiettivo di bloccare le violenze così come indicato dal Santo Padre che non parla di armi ma di pace“.