Il 10 marzo in libreria è in arrivo il nuovo libro di Walter Veltroni, intitolato ‘Odiare l’odio‘, composto da 120 pagine e pubblicato da Rizzoli. Dalle grandi persecuzioni del Novecento alla violenza sui social, le conseguenze tragiche di una malattia del nostro tempo vengono raccontate in un viaggio nell’universo di quell’odio che stravolge coscienze e rapporti umani.
Il pamphlet parte da un passato a cui dobbiamo impedire di ritornare – il ventennio fascista, gli anni di piombo – per approdare a un difficile presente segnato da una decrescita tutt’altro che felice, dalla mancanza di prospettive per i giovani in un paese di vecchi, dalla paura di un futuro in cui a lavorare saranno le macchine e ad accumulare profitti i giganti tecnologico-finanziari.
“Franklin Delano Roosevelt diceva che l’unica cosa di cui bisogna aver paura è la paura. Oggi l’unica cosa che bisogna odiare è l’odio” ci ricorda Veltroni, che è stato direttore dell”Unità, vicepresidente del Consiglio, sindaco di Roma, segretario del Partito democratico, candidato premier alle elezioni politiche del 2008 e autore di numerosi libri tra cui ‘Quando c’era Berlinguer‘, che è diventato un film, ‘Roma‘ e ‘Fabrizio De André & PFM. Il concerto ritrovato‘.
Sul terreno di coltura di un odio alimentato e amplificato dai social le parole diventano pietre per colpire, non solo metaforicamente, chi è diverso, debole, chi appare come una minaccia o come un capro espiatorio.
L’odio sembra una valvola di sfogo, ma in verità ci rende schiavi, ci impedisce di comprendere la realtà, ci fa sentire più soli e infelici. E fa vacillare la democrazia. A chi semina odio e paura bisogna rispondere con il linguaggio della ragione e della speranza. “Se noi che odiamo l’odio troveremo le parole giuste, allora la libertà avrà un futuro. E nel futuro ci sarà libertà” viene sottolineato nel pamphlet.