• 2 Novembre 2024
  • ECONOMIA

Nuovo DPCM gennaio, possibile stretta: ristoratori preoccupati, i ristori non bastano

Restano moltissimi dubbi sui contenuti del nuovo DPCM gennaio che vedrà la luce dal 16, tante Regioni sono ancora in bilico, e i rumors su una possibile stretta determinata da una curva epidemiologica che sembra essere tornata a salire, hanno nuovamente gettato nel panico quelle categorie che già sono state maggiormente colpite dalle misure anti Covid. Tra questi i gestori delle palestre a cui abbiamo dedicato differente spazio nei nostri ultimi articoli, che al momento attuale vedono nuovamente svanire la possibilità di un’ eventuale ‘zona bianca’ e dunque la riapertura delle loro attività ed i ristoratori, che continuano a far presente come i ristori, messi in campo dal Governo, non siano affatto sufficienti a coprire gli enormi cali di fatturato. Abbiamo deciso di intervistare un ristoratore per comprendere le difficoltà del momento e per sapere se prenderà parte il 15 gennaio all’iniziativa nazionale promossa da più operatori del settore e sostenuta dalla Confederazione Aziende unite per l’Italia che vedrà coinvolti 30 mila esercenti al motto di ‘IO APRO. Ringraziamo il Signor Sebastiano, proprietario del Ristorante le Lune sito a Poirino, Frazione Marocchi. Ecco quanto é emerso dalla lunga intervista che ci ha rilasciato:

Nuovo DPCM 16 gennaio: cambierà qualcosa per i ristoratori?

Come categoria ‘ristoratori ‘ siete stati tra quelle più duramente colpite dalla crisi pandemica in atto e dalle misure restrittive messe in campo per contenere i contagi. Può dirci come avete vissuto i vari dpcm in questo anno e quanto hanno pesato questi ultimi in termini economoci e psicologici?

Noi ristoratori siamo sicuramente stati tra i più colpiti in questa crisi che oltre che pandemica è ormai diventata economica. Onestamente ci siamo sentiti un po’ presi in giro dai vari DPCM sia per l’improvvisazione dei contenuti sia per le tempistiche sempre troppo tardive rispetto all’attuazione dello stesso, questo ha creato enormi problemi organizzativi. Come dimostra la situazione di Natale, dove solo pochissimi giorni prima abbiamo avuto indicazioni su come agire. Sicuramente questi DPCM hanno pesato molto economicamente in quanto ci hanno tolto la possibilità di LAVORARE. È vero che ci è stato consentito di fare asporto e consegne ma questo non ci ha permesso di coprire neanche le spese fisse. A livello psicologico potete immaginare quale stato d’animo possa creare vivere nell’improvvisazione per delle persone come noi abituate alla programmazione.

Sono nati differenti gruppi social che si interfacciano sulle possibili ‘mosse’ future per cercare di arginare i danni e provare a restare “in piedi ” nonostante tutto. Molti ristoranti sono a conduzione famigliare e tante famiglie, fanno notare sul gruppo fb ‘ ristoratori uniti’, sono ormai sul lastrico e rischiano di dover chiudere per l’eccessivo calo di fatturato. La “mazzata finale ‘ è stata, dicono all’unisono, dopo l’assurda chiusura alle 18 , la chiusura anche a pranzo nei giorni di Natale e Capodanno. Lei é iscritto a tale gruppo o comunque condivide quanto lamentano?

No non conoscevamo l’esistenza di questo gruppo, ma siamo pienamente d’accordo sul fatto che le problematiche siano quelle illustrate. Anche noi siamo un ristorante a conduzione famigliare con ormai grossi problemi economici ed incertezza per il futuro.

Nuovo DPCM gennaio, cosa cambierà per i ristoratori?

Nuovo DPCM gennaio, rischio ulteriore stretta: ristorante luogo sicuro o no?

Molti sul gruppo fanno notare che per poter riaprire vi hanno imposto rigide norme di sicurezza che vi hanno portato ad investire numerosi denari per mettervi in regola, peccato, poi gli sforzi siano serviti a poco date le forti limitazioni nel servizio al pubblico ed il balletto di vari DPCM colorati. Cosa, a suo avviso, non convince nei DOCM fin qui approvati, i ristoranti sono uno dei luoghi in cui è maggiormente possibile contagiarsi o le misure da voi prese, imposte dallo stesso governo, permettono in realtà di poter pranzare/cenare in piena sicurezza?

Premesso che noi non siamo dei tecnici e non conosciamo quali possano essere i luoghi di maggiore contagio, ci sembra però di poter dire che ci siano luoghi e situazioni che sono molto meno sicuri dei ristoranti, come i trasporti o assembramenti fuori dai supermercati, grandi negozi e abitazioni private. Noi siamo stati obbligati a metterci in regola con sanificazione e distanziamento e nel momento in cui abbiamo terminato la nuova sistemazione del locale e l’acquisto dei vari dispositivi ci è stato detto: bene ora chiudete! (Immaginate il nostro stato d’animo!). A parer nostro è più sicuro pranzare e cenare al ristorante, che mette in atto tutte le norme di sicurezza richieste, piuttosto che mangiare per strada o a casa dove si possono creare assembramenti senza poter essere controllati.

Decreto Ristori, le misure approvate non sono sufficienti

Il Governo ha messo in piedi diversi decreti ristori, per aiutarvi a non soccombere in tale periodo critico, ritiene gli sforzi fatti dall’esecutivo siano stati sufficienti o crede si sarebbe dovuto fare di più?

Gli aiuti sono irrisori rispetto all’entità della perdita. Tanto più che per quanto riguarda le tasse non siamo stati agevolati. Forse sarebbe stato meglio agire sulle imposte eliminando le tasse piuttosto che promettere sussidi che sono o nulli o insufficienti.

Vi é un’iniziativa nazionale che si chiama’ IO APRO’ , promosso da operatori del settore e condivisa dalla Confederazione Piccole Imprese, che vede già coinvolti 30 mila esercenti che approvano iniziativa che prevede che dal 15 gennaio palestre, bar, ristoranti, per protesta tornino ad aprire. Sapeva di questa iniziativa? Ne condivide gli scopi e nel caso parteciperà?

Avevamo letto dell’iniziativa. Per quanto ci riguarda riteniamo che potrebbe essere valida ma difficilmente attuabile in quanto crediamo sia molto difficile che questo possa funzionare perché sicuramente ci sarebbero sanzioni che andrebbero solo a peggiorare la situazione e comunque se non deliberato pensiamo che o clienti avrebbero dubbi a usufruire di un servizio non riconosciuto dal DPCM. Pensiamo forse sarebbe meglio fare uno sciopero fiscale.

Ringraziamo il Sign Sebastiano per averci reso, attraverso questa dettagliata intervista, partecipe del mondo dei ristoratori e delle loro difficoltà a seguito delle restrizioni imposte dai vari DPCM. Non resta che confidare che la curva epidemiologica torni a scendere anche grazie ai vaccini e che si possa tornare nel più breve tempo possibile a quella sospirata normalità alla quale commercianti e cittadini ambiscono ormai da mesi.

Erica Venditti

Erica Venditti

Erica Venditti, classe 1981, dal 2015 giornalista pubblicista. Dall'aprile 2012 ho conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ricerca Sociale Comparata presso l’Università degli studi di Torino. Sono cofondatrice del sito internet www.pensionipertutti.it sul quale mi occupo quotidianamente di previdenza.

Articoli correlati