Gestori di palestre e proprietari di ristoranti se lo chiedono di continuo: cosa cambierà dal 6 marzo con il nuovo Dpcm? Molte categorie sono ormai ridotte al collasso, alcuni esercenti hanno purtroppo già annunciato che non riusciranno a riaprire le proprie attività, ora compito del nuovo Governo Draghi sarà quello di ‘salvare il salvabile’.
Un compito tutt’altro che semplice giacché da un lato pesano i numeri dei contagi e soprattutto ad allarmare sono le nuove varianti, tra cui quella inglese, dall’altro vi è una situazione economica davvero preoccupante. Tra le categorie che hanno più di tutte accusato i colpi della situazione pandemica, a causa di una perdita notevole dei profitti, sia i ristoratori, il cui maggior fatturato avviene di sera, quanto i gestori di palestre chiusi ormai da ottobre. Quali i possibili risvolti?
Molto dipenderà dai colori delle zone, purtroppo le varianti del virus stanno facendo risalire l’indice Rt, portandolo in molti casi ad un valore sopra l’1, questo porterebbe molte Regioni oggi gialle alle restrizioni previste per le zone arancioni.
Quel che Coldiretti punta ad ottenere, avendo fatto notare che l’80% del fatturato dei ristoratori si ha di sera, e cercare di far riaprire il servizio serale almeno nelle zone gialle, al fine di evitare l’assembramento nei locali a pranzo, mentre permettere il pranzo nelle zone arancioni. Con quali restrizioni? Quelle a cui da sempre si stanno attenendo i ristoratori, che chiedono solo di poter lavorare nel pieno rispetto delle regole: “obbligo della mascherina nei locali, distanziando di un metro tavoli e luoghi di passaggio, limitazione a 4 delle persone non conviventi che potrebbero sedere allo stesso tavolo”. Non resta che sperare che il Governo Draghi assecondi questo ritorno graduale alla pseudo normalità.
Dal 6 marzo si spera che ci sia il via libera al ritorno in palestra, magari con le regole, seppur stringenti stabilite pochi giorni fa dal Ministero dello Sport ed accettate dal Comitato tecnico Scientifico, ossia lezioni individuali in palestra e 10 metri quadri per persona in piscina. No uso delle docce, mascherina sempre ad eccezione che in fase di svolgimento delle lezioni. In dubbio anche la sorte degli impianti sciistici, altro settore molto danneggiato dal Covid19.
Non resta che sperare che dalle parole si passi ai fatti, dato che il CTS nei giorni scorsi aveva aperto a qualche possibilità evidenziando l’importanza dello sport e dell’attività fisica, sebbene il tutto sarebbe da effettuare con prudenza per evitare una terza ondata: “Si valuta con molta preoccupazione, in questa fase dell’epidemia sostenuta il riscontro potenziale di aggregazioni tra persone all’interno degli impianti sportivi, soprattutto in ambienti chiusi e confinati. Ma si ritiene particolarmente importante il ritorno alla fruizione delle attività fisiche, soprattutto nei soggetti in età evolutiva e negli individui con patologie croniche e negli anziani, nei quali il benessere psico-fisico acquisisce una dimensione fondamentale sullo stato di salute”.
Il leader della Lega Matteo Salvini ieri intervistato da AffariItaliani, avrebbe indicato come priorità da vagliare nel consiglio dei ministri di oggi anche la riapertura di palestre, teatri, piscine: “Mi aspetto un piano vaccinale serio e rapido, con il licenziamento di Arcuri che ha fallito, e un progressivo ritorno alla vita. Per ritorno alla vita”? Un insieme di misure a partire dalla “riapertura nelle prossime settimane di tante attività (ristoranti la sera e palestre, teatri e attività sportive)”
Poi avrebbe aggiunto: “Basta con gli annunci che seminano paura, rimettiamo al centro salute e lavoro, libertà e vita”.
Non resta che sperare che il Governo Draghi vada incontro alle esigenze dei ristoratori e dei gestori delle palestre, e che dal 6 marzo prevalga oltre alla prudenza, anche una modalità per tornare alla normalità.