TARANTO. Gli ultimi fatti in ordine di tempo su ArcelorMittal, su cui l’Unione Sindacale di Base (Usb) tarantina si è espressa affermando che “nessun accordo è possibile se non ha alla base la chiusura degli impianti inquinanti”, riguardano, in particolare, l’assemblea operaia del 28 novembre scorso a Taranto, e ciò che è accaduto ieri, lunedì 2 dicembre. Sul’assemblea, convocata alla vigilia dello sciopero e della manifestazione nazionale di venerdì 29 novembre scorso a sostegno della chiusura delle produzioni inquinanti dell’ex Ilva, in un passaggio di un comunicato stampa l’Usb scrive: “Il coraggio degli operai dell’ex ILVA di entrare in lotta per mettere in discussione quel ciclo produttivo che produce il loro salario ma che contemporaneamente uccide ha fatto la differenza, ha indicato una strada, ha avviato una riflessione su come si può alimentare la consapevolezza e la coscienza di classe in uno dei luoghi più difficili del nostro meridione affamato di lavoro, costi quel che costi”.
L’incontro di ieri, invece, tra governo, ArcelorMittal, e commissari straordinari di Ilva in amministrazione straordinaria (as) si è tenuto, presso il ministero dello Sviluppo Economico, per accordarsi circa una nuova gestione dell’ex Ilva. Pare che in questa sede ArcelorMittal abbia dato segnali diversi rispetto all’iniziale volontà di recedere dal contratto di affitto. Adesso si attende l’incontro di domani, mercoledì 4 dicembre, per negoziare, al fine di giungere prima dell’udienza del 20 dicembre al Tribunale di Milano a un memorandum in cui fissare i principi chiave per un nuovo piano industriale dell’azienda con maggiore spinta al risanamento ambientale, alle tecnologie, e tutela della salute e del lavoro. Infine c’è il Cantiere Taranto da valutare, proposto dal premier Conte, oltre a migliaia di esuberi di personale di ArcelorMittal da gestire.
Di seguito le dichiarazioni, via Twitter, di ArcelorMittal sul siderurgico e l’ambiente, illustrate a Taranto lo scorso ottobre nel “Climate Action Report”, il primo report indipendente del settore.
Simona Cocola