TORINO. La piattaforma on demand “Storie libere” è nata un anno e mezzo fa, nel giugno del 2018, per volere dei due fondatori Gian Andrea Cerone e Rossana De Michele. «Avevo una casa di produzione, e ho proposto a Rossana di lavorare a un format televisivo. Abbiamo pensato a qualcosa di nuovo, e di puntare sull’audio, in particolare sul podcast, tornato in auge in America nel 2015 grazie ad Apple. Ci siamo così focalizzati sul racconto narrativo, interessandoci a una “militanza” degli autori, cioè a qualcosa di vero e affidabile che potessero raccontare», spiega Cerone.
Tra i podcast si trovano i profili femminili narrati dall’autrice Michela Murgia, ad esempio, o informazioni di divulgazione scientifica curati da Massimo Temporelli, per citarne alcuni, che sono distribuiti su Apple, iTunes, Spotify, Spreake, e promossi dagli autori stessi e sui social. «Il pubblico che ne usufruisce è soprattutto femminile, tra i 25 e i 40 anni – afferma Cerone –, mentre gli uomini si aggirano attorno ai 50. Adesso puntiamo sugli under 20 con i nostri podcast che in media durano una trentina di minuti, passando anche dai 15 all’ora e mezza».
Sembra che l’idea sia molto gettonata, dal momento che è di facile utilizzo, immediato, e non obbliga a stare fermi, ma anzi a è possibile svolgere più attività contemporaneamente, e inoltre l’audio riporta l’ascoltatore in una piacevole dimensione intima. Il mercato dei podcast, quasi una copia del racconto orale tramandato fin dall’antichità, è un settore emergente in Italia, uno di quelli di maggiore espansione, che conta oggi due milioni e mezzo di persone. E, come si legge sul sito, “Storie libere è un progetto di narrazione e intrattenimento che si propone di ridare centralità alla parola. Una piattaforma di podcast audio affidati a narratori militanti”.
Simona Cocola