Il Ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che blocca, almeno fino al 5 marzo, la ripartenza degli impianti sciistici. Considerando che fino a pochi giorni fa il parere del CTS, almeno per quanto concerneva le aree in zona gialla, aveva dato l’ok alla riapertura da oggi 15 febbraio in poi, con dunque ‘la messa in moto’ della macchina organizzativa dei luoghi destinati finalmente a riaprire, va da sé che non solo l’umore é tornato dei più cupi, ma vi é anche molta frustrazione dei gestori per le risorse nuovamente investite per la ripartenza, che non é poi arrivata, anzi la decisione é arrivata con davvero poco preavviso.
Vero é che Il Ministro Speranza ha avuto contro i tempi tecnici in quanto ha ottenuto il reincarico sabato ed ha giurato poco prima delle 12, con Draghi ha discusso della proposta avanzata dal CTS il 3 febbraio, ove vi era l’Ok alla riapertura seguendo rigidi protocolli, ma sulla base del report sulla nuova variante inglese, si é deciso nel tardo pomeriggio di domenica, di rimandare, invitando ancora alla prudenza. Il Problema, appunto, é che le piste erano già pronte per riaprire il giorno dopo. Cirio e Garavaglia, neo ministro leghista del Turismo, parlano di mancanza di rispetto e invocano i ristori immediati. Le loro considerazioni a caldo sui social.
Così Cirio, Presidente della Regione Piemonte, manifesta non solo massima solidarietà nei confronti di un settore davvero al collasso, ma parla di ‘totale mancanza di rispetto ‘, non si può, fa intendere nel suo lungo post su Facebook avvertire all’ultimo sulla non riapertura, la macchina organizzativa era già stata messa in moto, le sue parole: ” Il ministro Speranza ha appena firmato una ordinanza che blocca la ripartenza degli impianti di sci. Sono allibito da questa decisione che giunge a poche ore dalla riapertura programmata per domani.
Il Comitato tecnico scientifico nazionale soltanto dieci giorni fa, il 4 febbraio, aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. Su queste direttive il Piemonte si è mosso, nel rigoroso rispetto delle regole. Regole che non possono cambiare tutte le settimane. E, soprattutto, i dati aggiornati sulla situazione epidemiologica sono in possesso del Cts e del Governo da mercoledì. Mi chiedo se non fosse il caso di fare queste valutazioni prima, invece di aspettare la domenica sera.
È una mancanza di rispetto inaccettabile da parte dello Stato che dovrebbe garantire i suoi cittadini, non vessarli. Parliamo di imprese che hanno già perso un intero anno di fatturato, messe in ginocchio dalla pandemia e che hanno usato gli ultimi risparmi, ammesso di averli ancora, per anticipare le spese necessarie alla riapertura. In questi giorni è stato assunto personale, sono state battute le piste, pre-venduti i biglietti e prese le prenotazioni.
Cirio, non ci gira intorno sulla sua pagina facebook e nella sua lunga considerazione contro le decisioni del Ministro Speranza e del Governo parla di modalità scorrette, le persone che lavorano in questo settore hanno saputo nel ‘no’ la sera prima, vi pare corretto, dice allibito contestando non il merito della decisione ma il metodo: “Come si può pensare di cambiare idea la sera prima? I palazzi romani sono ancora sulla terra o si sono trasferiti su un altro pianeta? La prudenza, fin dall’inizio di questa terribile emergenza sanitaria, è stata nella mia regione la guida, così come il rispetto delle regole.
Abbiamo assunto spesso decisioni più restrittive, consapevoli del sacrificio che chiedevamo ma anche del bisogno di tutelare la vita. E anche in questo caso abbiamo atteso diligentemente le decisioni del governo, prima di intervenire con una mia ordinanza, che aveva comunque limitato la capienza degli impianti al 30%. Oggi cambia tutto. Ciò che contesto non è il merito, ma il metodo. Chi li pagherà i danni? Come se quelli già subiti non fossero abbastanza. Mi attiverò immediatamente per quantificarli e ho già convocato per domani una giunta straordinaria, perché il mondo della neve del Piemonte non può rimanere solo, merita rispetto“.
Poi invocando, tra le righe, l’immediata concessione di nuovi ristori, visto l’ulteriore danno provocato dalla decisione, lancia anche una frecciatina al nuovo Governo: “Mi aspetto che chi ha preso questa decisione in questo modo, a poche ore dalla riapertura, si faccia carico anche delle conseguenze economiche. Di certo se questo è il modo con cui il nuovo governo pensa di sostenere le nostre imprese e i nostri cittadini, c’è da preoccuparsi fortemente”. Anche Massimo Garavaglia, eletto ministro del Turismo, chiede immediata tutela per la categoria già fortemente penalizzata: ‘rispetto e ristori’, sembrerebbe quasi il motto implicito.
Massimo Garavaglia, sulla sua pagina personale Facebook, scrive commentando la decisione presa dal Ministro Speranza a poche ore dalla riapertura, invocando subito aiuti economici: “La montagna, finora dimenticata, merita rispetto e attenzione: che risposte si danno e in che tempi al documento predisposto dalle regioni? Non è solo questione di cifre: non è detto nemmeno che bastino i 4,5 miliardi richiesti quando la stagione non era ancora compromessa, probabilmente ne serviranno di più, a maggior ragione se ci sono altri stop“
Poi avvallando quando sostenuto da Cirio, scrive:“ È prima di tutto una questione di rispetto per un sistema delicato che tanto contribuisce al benessere del Paese. Gli indennizzi per la montagna devono avere la priorità assoluta, quando si reca un danno, il danno va indennizzato; già subito nel prossimo decreto” .
Chiaramente il settore del turismo si dice affranto da tale decisione dell’ultimo minuto, va bene la tutela della salute, ma il rispetto per la categoria, si chiedono in molti gestori, dove é rimasta? Il rispetto per le persone che si erano illuse di ripartire?
Così Su La Repubblica Flavio Rota, presidente della Fisi, federazione italiana degli sport invernali, che in modo lapidario tuona contro il Governo: ” Non c’é rispetto per le persone”, e poi una domanda: “Solo lo sci infetta?”.
Molti imprenditori e gestori sono furibondi, non si discute, dicono all’unisono, sulle motivazioni, ma sulle modalità: “si può decidere tutto last minute, senza permettere alcuna pianificazione? Chi ci risarcirà, si chiedono preoccupati, delle nuove spese fatte e chi dirà ai collaboratori che speravano di poter tornare a lavorare, e che molti sono ‘davvero alla fame’ oramai, che nulla ripartirà? Servono ristori subito ed é anche necessario, capire, dicono stanchi, a quanto ammonteranno. Ora non resta che sperare nella riapertura dal 5 marzo, visto che neve ancora ve ne é che Pasqua cadrà il 4 aprile, chiaro che, spaventati affermano, se continuiamo così diventa dura anche solo avere speranza per il futuro, molti sono ormai depressi.