Spesso di dice che “nel calcio tutto è possibile“. Questo fino a ieri, quando sembrava impossibile anche solo immaginare che l’attuale commissario tecnico della Nazionale potesse pensare di presentare le proprie dimissioni dopo le prestazioni che hanno contraddistinto la sua esperienza in azzurro, sopratutto a fronte di qualificazione europea con un ruolino di marcia impeccabile: nel girone di qualificazione ad Euro 2020, competizione posticipata di un anno a causa del Covid-19, l’Italia ha conquistato 10 vittorie su 10 incontri, mettendo a segno 37 reti e subendone solo 4.
A livello europeo è stata l’unica squadra, insieme al Belgio, a concludere le qualificazioni europee a punteggio pieno ed è la seconda squadra con la migliore media gol dell’intera competizione, guarda caso dietro al Belgio degli “italiani” Mertens, Lukaku e Castagne.
Ma c’è una circostanza che ha indispettito l’ex numero 10 di Sampdoria e Lazio e che potrebbe mettere a serio repentaglio il suo futuro in Nazionale: secondo quanto ricostruito da Il Corriere dello Sport ieri il presidente federale Gabriele Gravina avrebbe incontrato in un ristorante romano, situato nei pressi del quartier generale della FIGC, l’ex ct Marcello Lippi al quale sarebbe stato proposto l’incarico di direttore tecnico o supervisore del Club Italia.
Un ruolo a cui il presidente della FIGC aveva già pensato quattro anni fa, quindi prima dell’insediamento di Mancini avvenuto il 14 maggio 2018, e che non era stato possibile affidargli causa del precedente regolamento federale per i procuratori sportivi in relazione all’attività del figlio, Davide Lippi. Adesso con il nuovo regolamento Agenti Sportivi, approvato dalla Giunta Nazionale Coni con deliberazione n. 127 del 14 maggio scorso, all’articolo 18 (Incompatibilità e conflitto di interessi) non ci sono più ostacoli per la realizzazione del progetto.
Il tecnico di Jesi non ha gradito il mancato coinvolgimento nella decisione di scegliere Lippi per ricoprire un ruolo che rappresenterebbe una novità assoluta per il calcio azzurro, mentre in altre federazioni esiste già, come ad esempio l’incarico di Oliver Bierhoff nella nazionale tedesca. Inoltre bisogna sottolineare che il nuovo compito affidato all’ex ct campione del mondo potrebbe andare a confliggere con quella dell’attuale tecnico, soprattutto per la condivisione in alcune aree di competenza che potrebbe creare preoccupanti dissidi interni. Nello specifico gli scontri potrebbero verificarsi nella scelta dei giocatori da convocare per gli stage o per le competizioni.
Nelle società di calcio solitamente al direttore tecnico spetta la scelta degli allenatori ai quali affidare la guida delle squadre dei settori giovanili e i relativi collaboratori. Inoltre si occupa dei rapporti tra giocatori e club, e delle strategie di mercato. Nel caso specifico della Nazionale le competenze sono molto simili, ma considerando che gli impegni sportivi sono molto frequenti rispetto a quelli nei club il commissario tecnico ha tutto il tempo di osservare e scegliere i giocatori da inserire in rosa, di supervisionare le nazionali giovanili, e infine di coltivare e mantenere i rapporti con i singoli giocatori.
Alcuni rumors ipotizzano che Mancini possa abbandonare la panchina azzurra e cedere alle lusinghe di alcuni club che sarebbero pronti ad ingaggiarlo a suon di milioni. Non è un mistero che molte squadre in Premier League apprezzino il tecnico, così come non è escluso che un’eventuale addio anticipato alla Nazionale possa destare l’interesse delle più prestigiose società italiane ed europee.
Ora la palla passa a Gravina, che dovrà cercare di ricucire l’eventuale strappo. Una convivenza tra Lippi e Mancini e possibile, a maggior ragione perché i due non hanno mai avuto alcun litigio in passato e c’è sempre stata grande stima reciproca.
Si tratterà di capire se entrambi saranno disposti a mettere da parte l’orgoglio e a collaborare per il bene dell’Italia.
Carlo Saccomando