Nella cultura degli studenti dei Politecnici italiani, la nautica può a buon diritto essere considerata una delle materie del futuro. Per due ragioni di fondo: perché l’industria nautica italiana è riconosciuta come un’eccellenza a livello mondiale; e perché il tema della sostenibilità riguarda il vero campo della ricerca e dello sviluppo negli anni a venire. Questo il messaggio emerso dall’Italian Yacht Design Conference, organizzata oggi al Politecnico di Milano alla presenza di alcuni dei più autorevoli produttori della nautica italiana. Tra gli altri, hanno preso parte ai lavori la vicepresidente di Azimut/Benetti,Giovanna Vitelli, e l’ad del Gruppo Baglietto, Michele Gavino.
“Se si affronta il tema dell’inquinamento dei mari, e più in generale della sostenibilità – ha detto Michele Gavino – i numeri della nautica sono davvero piccolissimi. Tuttavia la responsabilità è imprescindibile, perché è lì che si gioca la partita del futuro, sulla sostenibilità. Non a caso tutti i principali cantieri riservano grande attenzione all’innovazione in termini di ricerca e sviluppo. E una quota crescente della produzione è riservata ai cosiddetti explorer, yacht in grado di navigare tanto in acque equatoriali quanto in acque polari e che esprimono di per sé un’attenzione degli armatori ai temi della sostenibilità”.
Tuttavia la produzione nautica, per quanto d’eccellenza, può fare ancora molto nello sviluppo di prodotti più sostenibili. “Oggi – ha detto Giovanna Vitelli – la sostenibilità la si gioca sui consumi. E qui entra in gioco l’innovazione in termini di design e ricerca sui nuovi materiali. Perché a differenza di un’auto, una barca non ha la frenata come momento di rigenerazione di energia. Ma, se prodotta con materiali altrettanto efficienti ma più leggeri, può ridurre i consumi”.
E’ su questo versante che secondo Giovanna Vitelli il mondo dell’Università può dare il suo contributo. “Dal Politecnico sono arrivate in cantiere ricerche consistenti sul riciclo delle barche, per reimmetterle nel ciclo produttivo in termini sostenibili. E non c’è dubbio che per quanto riguarda il design è la funzione il driver principale”.