Il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani ha deciso di assegnare il Nastro d’Oro a Vittorio Storaro, un importantissimo riconoscimento che è stato conquistato solo da pochissime eccellenze del cinema italiano come Michelangelo Antonioni, Alberto Sordi e Sophia Loren in occasione dei primi 50 anni dei Nastri, poi agli scenografi Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, a Stefania Sandrelli per il 70° anniversario del Premio, e infine al grande compositore Ennio Morricone.
È la prima volta che un direttore della fotografia ottiene questo premio, che verrà consegnato nelle sue mani in occasione della 75° edizione dei Nastri d’argento che i terrà il 6 Luglio a Roma, al Museo MAXXI, in diretta tv in prima serata su Rai Movie. Si tratta inoltre del cinquantesimo anniversario dalla nascita di questo speciale riconoscimento.
Nato a Roma il 24 giugno 1940, figlio di un proiezionista della Lux Film, Storaro era ancora bambino quando si avvicinò per la prima volta alla fotografia, prima all’Istituto Tecnico “Duca d’Aosta” di Roma, poi al Centro Sperimentale di Cinematografia. L’esordio dietro la macchina da presa avvenne nel 1968 con “Giovinezza, giovinezza” di Franco Rossi, a cui seguì nel 1970 la doppia collaborazione con Bertolucci, con “La strategia del ragno” e “Il conformista“, e nello stesso anno fu accanto a Dario Argento nel film d’esordio “L’uccello dalle piume di cristallo“.
In carriera si annoverano numerose collaborazioni in pellicole d’autore, con registi come Fabio Carpi, Giuliano Montaldo, Salvatore Samperi, Luca Ronconi e il cinema internazionale con Bertolucci, Coppola, Saura, Warren Beatty e Woody Allen. Quattro le nomination e tre gli Oscar conquistati per “Apocalypse now” di Francis Ford Coppola, “Reds” di Warren Beatty e “L’ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci, sette i Nastri d’Argento oltre il David, i Bafta inglesi, i Goya spagnoli, gli Efa ed i riconoscimenti a Cannes e a Locarno.
Tra i film più celebri ai quali ha lavorato sarebbe impossibile non citare “Ultimo Tango a Parigi“, “Il tè nel deserto” e “Piccolo Buddha” di Bertolucci, “Ladyhawke” di Richard Donnel, “Dick Tracy” di Beatty, “L’esorcista – La genesi” di Renny Arlin, “Dominion: Prequel to the Exorcist” di Paul Schrader, e infine le ultime tre pellicole di Woody Allen: “Café Society“, “La ruota delle meraviglie – Wonder Wheel” e “Un giorno di pioggia a New York“.
Carlo Saccomando