NAPOLI. In cinque anni il Museo Cappella Sansevero è cresciuto del 178% per numero di visitatori paganti, che si aggira attorno ai 665mila, quasi 700mila nel 2018. Un record che ancora una volta valorizza la cultura italiana ponendo il museo come il più visitato della città di Napoli. E non è tutto. Uno dei più autorevoli giornali del Regno Unito, il Financial Times, nel 2017 ha inserito la Cappella nella classifica delle mille imprese europee con il maggior tasso di crescita di fatturato.
«I dati registrati nell’ultimo anno sono da considerarsi tanto più straordinari pensando alle dimensioni contenute dello spazio espositivo e dell’area di attesa all’esterno. A fronte di questi numeri e delle condizioni logistiche non ideali è da sottolineare anche il gradimento espresso dagli utenti: su Tripadvisor il museo è stabilmente primo tra i quasi seicento siti di interesse segnalati sul portale», dichiara Fabrizio Masucci, direttore del Museo Cappella Sansevero.
All’interno della struttura museale, che esalta la creatività barocca e custodisce numerose statue, si può ammirare il “Cristo velato”, collocato al centro della navata della Cappella, opera in marmo del 1753 eseguita dallo scultore italiano Giuseppe Sanmartino. Attorno a questo capolavoro ruota la leggenda del velo, che stupisce i visitatori per la trasparenza che si osserva. Un mistero che conduce a un altro, posto nella Cavea sotterranea della Cappella, dove le “Macchine anatomiche”, o “Studi anatomici”, sono conservate. Si tratta degli scheletri di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema arterovenoso quasi perfettamente integro, realizzati dal medico palermitano Giuseppe Salerno, sperimentazioni del principe di Sansevero, che si occupò anche di medicina.