• 27 Novembre 2024
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Napoli, 5 motivi per credere (ancora) nell’impresa in Champions League

Prima la perla firmata da Dries Mertens, poi il gol del pareggio di Griezmann: l’1-1 di Champions League contro il Barcellona, dunque, per il Napoli assume il sapore amaro della delusione. Ed è un vero peccato, considerando che la squadra di Gattuso era riuscita a mettere sotto i blaugrana, dimostrando di avere una rosa più che all’altezza, e delle ambizioni non inferiori rispetto agli uomini di Setién.

Il confronto tra Maradona e Messi

L’atmosfera allo stadio San Paolo era quella delle occasioni speciali, non solo perché si trattava di un ottavo di finale di Champions, aggiungiamo con una delle squadre più competitive d’Europa e del mondo degli ultimi 20 anni, ma sopratutto perché nell’aria aleggiava una presenza particolare, rievocata prima del match da tifosi e giornali: quella dell’indimenticato Diego Armando Maradona.

Si sono sprecati i paragoni tra i due numeri 10 per antonomasia sia in maglia blaugrana ma sopratutto della nazionale argentina. L’unica differenza è che Maradona con la nazionale Albiceleste ha conquistato un mondiale nel 1986 in Messico, mentre ‘la pulce’ vanta solamente un secondo posto ai mondiali in Brasile del 2014, tre secondi posti e un terzo posto in Copa América. Le uniche vittorie dell’attuale numero ‘diez’ della Selección un oro olimpico e un mondiale Under-20.

Maradona: “Mi farebbe piacere se a Napoli avessero un Messi”

Non a caso poco dopo il match al calciatore argentino più amato di sempre nella storia del Napoli è stato chiesto di spendere due parole su Messi: “Mi sarebbe piaciuto affrontarlo. E’ arrivato a giocare al San Paolo quando il San Paolo è in declino. Messi non ha vissuto quello che ho vissuto io. Questo è il mio vantaggio rispetto a lui, ma potrebbe tranquillamente giocare nel Napoli. Credo, però, che non sarebbe in grado di fare quello che ho fatto io, lo voglio sottolineare. Ma mi piacerebbe se a Napoli avessero un Messi“.

Diciamo che il Napoli ha sfiorato il miracolo, ma alla fine ha preso un gol che può rivelarsi molto pesante, nell’ottica della doppia sfida. Perché al Camp Nou servirà un’impresa, comunque possibile per almeno 5 motivi:

La gara di andata infonde fiducia

Anche se è vero che le scommesse sulla Champions League vedevano il Napoli svantaggiato, alla fine gli azzurri hanno sfiorato il colpaccio. Il Napoli di quest’anno ha spesso peccato di insicurezze, ma aver dominato il Barcellona per lunghi tratti servirà per regalare maggiore coscienza agli uomini di Gennaro Gattuso. I blaugrana fanno ancora paura ed è giusto che sia così, ma di sicuro adesso sono meno temibili rispetto a prima.

Lo stadio Camp Nou di Barcellona

Il Barcellona non è nuovo a cadute rovinose in Europa

Grandissimi successi, coppe alzate in serie, ma anche cadute rovinose e spesso inaspettate. Il Barcellona è nota per essere una squadra dalle due facce in Champions, che alle volte cede alle avversarie con una facilità quasi impossibile da comprendere. Basti citare un paio di esempi negli ultimi anni, come le partite contro la Roma e il Liverpool.

Napoli Champions League
L’allenatore del Napoli Gennaro Gattuso

Con ‘Rinchio’ Gattuso il Napoli sta tornando grande:

Gennaro Gattuso sta trasformando il Napoli, un po’ come era avvenuto al Milan lo scorso anno. C’è voluto del tempo, ma alla fine gli azzurri stanno raccogliendo i frutti di quanto seminato nelle ultime settimane. La partita col Barça lo dimostra, e lo stesso Gattuso nel post-partita ha voluto sottolinearlo.

Napoli Champions League
I calciatori del Napoli si abbracciano dopo il vantaggio di Mertens (Twitter)

Il Napoli ha giocatori di livello

In estate con tutta probabilità sarà rivoluzione, e il Napoli dovrà ricostruirsi dalle fondamenta, ma ad oggi resta una squadra di grande livello. Mertens è un campione, così come lo sono Koulibaly, Manolas, Insigne e Callejon. E non mancano giovani di prospettiva come Demme, ed eterne certezze come Zielinski. In sintesi, i partenopei hanno le carte in regola per giocarsela con chiunque.

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Testa a testa tra Mario Rui (a sx) e Arturo Vidal (a dx) (Twitter)

Al ritorno mancheranno Busquets e Vidal, più gli infortunati

Sarà un Barcellona a ranghi ridotti, quello del ritorno, perché mancheranno innanzitutto gli squalificati di lusso Busquets e Vidal. Per non parlare poi degli infortunati in attacco, visto che saranno indisponibili sia Dembelé che Luis Suarez. Certo, il Barça potrà comunque schierare un tridente di assoluto spessore con Messi, Fati e Griezmann, ma è ovvio che mancheranno dei giocatori importanti.

Carlo Saccomando

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Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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