Uno dei parametri più importanti che
deve essere preso in considerazione qualora si abbia intenzione di
richiedere un mutuo a una banca è il tasso di interesse; con
quest’ultima espressione si fa riferimento, di fatto, al prezzo che
si deve pagare per ottenere un determinato prestito; com’è noto,
lo si esprime con un valore percentuale, che sarà applicato
alla cifra finanziata.
Le rate mensili dei mutui sono
quindi costituite da una quota capitale e da una quota
interesse; quest’ultima è maggiore nelle prime rate e va
decrescendo man mano che ci si avvicina alla scadenza del
finanziamento.
Tassi di interesse dei mutui: le diverse tipologie
Nell’ambito dei mutui, si possono avere diversi tipi di tasso: i principali sono il tasso fisso e il tasso variabile, ma ce ne sono altri. Vediamone le caratteristiche.
- Mutui a tasso fisso: i mutui a tasso fisso, come facilmente si può intuire, si caratterizzano per il fatto che le rate del finanziamento resteranno costanti nel tempo; fin dalla firma del contratto, infatti, il mutuatario sa con precisione quale sarà la cifra finale da sborsare. Il vantaggio principale che caratterizza i mutui a tasso fisso è che consentono di pianificare la propria spesa senza andare incontro a sorprese causate da un andamento “ballerino” dei mercati; offrono quindi una certa tranquillità al cliente che si protegge dalle oscillazioni al rialzo dei mercati finanziari. Al momento della stipula del contratto, tali mutui sono più costosi rispetto a quelli a tasso variabile, tuttavia possono essere la scelta da prediligere quando non si vogliono avere sorprese;
- Mutui a tasso variabile: in questa tipologia di mutui, il tasso segue l’andamento del mercato; ciò significa che esso può scendere o salire a seconda di quello che è l’andamento del costo del denaro (per l’esattezza hanno come indice di riferimento l’Euribor, un tasso di riferimento per i mercati finanziari). Come accennato in precedenza, i mutui a tasso variabile hanno un tasso di interesse che è più basso di quelli a tasso fisso e quindi, al momento della stipula del contratto, sono più convenienti. Come si può immaginare potrebbero diventare più onerosi nel caso in cui il costo del denaro aumenti. D’altra parte, se il costo del denaro diminuisce, il risparmio potrebbe diventare considerevole. Non sono forse la scelta ideale per coloro che amano pianificare con esattezza le proprie spese e infatti sono in genere scelti da chi ha una mentalità più propensa al “rischio”;
- Mutui a tasso variabile con Cap: si potrebbero definire questi mutui come una sorta di “compromesso” fra i due precedenti; si tratta infatti di finanziamenti nei quali il tasso di interesse segue sì l’andamento dell’Euribor, ma in cui è stata fissata anche una determinata soglia (Cap) che non può essere superata. Ci si accorda, quindi, su un importo massimo delle rate che comunque non sarà mai oltrepassato. Questi mutui sono quindi un prodotto il cui scopo è quello di unire i vantaggi dei mutui a tasso fisso a quelli dei mutui a tasso variabile. In altri termini, si opta per i benefici della variabilità dei tassi, ma ci si protegge da eccessivi rialzi eccessivi di questi ultimi;
- Mutui a tasso fisso rinegoziabile: talvolta sono definiti come mutui a tasso misto; il funzionamento di questa tipologia di mutui è sostanzialmente il seguente: nel periodo iniziale del mutuo (di norma 5-10 anni) il tasso concordato è fisso; terminato tale periodo, il mutuatario, a seconda di quella che è l’attuale situazione del mercato finanziario, può scegliere se mantenere ancora il tasso concordato inizialmente oppure se passare al tasso variabile. La rinegoziazione del tasso di interesse può essere fatta ogni cinque anni.
La scelta di una di queste tipologie è dettata dalle proprie
esigenze, dal proprio carattere e, in parte, anche dai consigli degli
operatori dell’istituto di credito presso cui si sta aprendo il
mutuo.