• 24 Dicembre 2024
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Muoversi fa bene a chi soffre di cuore: parola di cardiologi

ROMA. Chi ha problemi al cuore o ai vasi sanguigni beneficia di più di uno stile di vita attivo. Se muoversi fa bene a tutti, anche a chi è sano, chi soffre di patologie cardiovascolari ne trae maggiori vantaggi. Lo rivela una ricerca pubblicata sull’Heart Journal e presentata all’Esc 2019, il Congresso europeo di cardiologia che si svolge insieme a quello mondiale in questi giorni a Parigi.

I ricercatori, guidati dal dottor Sang-Woo Jeong, cardiologo della Seoul National University, hanno esaminato i dati di un totale di 441.798 persone iscritte al gruppo di screening sanitario dei servizi di assicurazione sanitaria coreana, che hanno effettuato uno screening tra 2009 e 2015 e completato dei sondaggi sull’attività fisica. I partecipanti avevano un’età superiore ai 40 anni, l’età media era di 60. Complessivamente, 131.558 avevano problemi cardiovascolari e 310.240 no.

I partecipanti sono stati seguiti per quasi sei anni e le informazioni su decessi e cause di morte sono state raccolte dall’indice nazionale sulla morte della Corea. L’indagine ha chiesto loro di ricordare anche quanta attività fisica avessero fatto negli ultimi sette giorni e queste informazioni sono state convertite in unità di attività metabolica equivalente per minuti a settimana (Met-min/settimana). È emerso che le persone con patologie cardiovascolari beneficiavano di più dell’esercizio fisico rispetto a quelle che non avevano questo tipo di problemi.

“La metà delle persone nello studio – spiega Jeong – non hanno raggiunto il livello raccomandato di attività fisica nel tempo libero e un quarto era totalmente sedentario. Le persone con malattie cardiovascolari avevano livelli di attività fisica inferiori a quelle senza, ma più attività fisica hanno fatto, minore è risultato il rischio di morte durante i sei anni in cui sono state seguite. Il principale risultato è che le persone con malattie cardiovascolari beneficiano di uno stile di vita fisicamente attivo in misura maggiore”.

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