Il possibile ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato scuote la diplomazia
Da domani la Russia taglierà la fornitura di elettricità alla vicina Finlandia. Lo ha annunciato l’azienda di stato che gestisce la trasmissione di energia nel nord dell’Europa, all’indomani dell‘annuncio congiunto di presidente e premier finlandesi di chiedere l’adesione alla Nato “senza ritardi“.
Ufficialmente, lo stop è stato deciso per un mancato pagamento. Nel contempo, il ministero degli Esteri russo afferma che “È chiaro che questo cambiamento, l’allargamento della Nato a Svezia e Finlandia, non può rimanere senza una reazione politica“. Assicurando però che Mosca non ha intenzioni ostili. Helsinki comunque afferma di non essere preoccupata del blocco della corrente elettrica. “Eravamo preparati per questo e non sarà difficile. Possiamo gestire un po’ più d’importazioni dalla Svezia e dalla Norvegia“, ha spiegato la società di distribuzione finlandese.
Intanto la Nato deve fare i conti con il mezzo no della Turchia all’ingresso di Finlandia e Svezia nell’Alleanza. Il presidente Erdogan ha detto di non essere favorevole all’allargamento perché i due paesi scandinavi sarebbero diventati “rifugio per terroristi” del Pkk, il partito comunista curdo. Perché nuovi membri possano entrare, serve il voto unanime di tutti i paesi. Ma l’amministrazione americana ha già fatto sapere che si sta “lavorando per chiarire” la contrarietà della Turchia. La Casa Bianca ha aggiunto che c’è “ampio consenso“. E’ probabile che Ankara voglia ottenere concessioni in cambio del suo sì.
Secondo il capo dell’intelligence militare ucraina, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe il cancro, e sarebbe già pronto un golpe per sostituirlo. “Ci sarà una svolta entro metà agosto e la guerra sarà finita entro la fine dell’anno“, ha detto il generale Kyrylo Budanov in una intervista.
Nel suo aggiornamento quotidiano sulla guerra, l’intelligence di Londra si concentra sulla decisione dell’amministrazione filo russa di Kherson di predisporre un referendum per l’annessione della città ucraina alla Federazione russa. Secondo Londra, questo fatto dimostra “Il fallimento dell’invasione russa di fare progressi verso i suoi obiettivi politici in Ucraina“.