Gianni Letta rompe il suo silenzio, pronuncia il suo auspicio per un "clima" di "serenità e armonia", all'uscita dalla camera ardente di Sassoli. Pare che voglia dissuadere Berlusconi dal candidarsi al Quirinale
Se Matteo Salvini è più convinto di proseguire con il sostegno a Silvio Berlusconi nella corsa al Quirinale, i dubbi arrivano da uno dei suoi storici consiglieri, Giani Letta. All’uscita dalla camera ardente in Campidoglio per l’ultimo saluto a David Sassoli al giornalista che lo ha intervistato ha risposto di “ispirarsi alla lezione di David Sassoli e guardare agli interessi del Paese e non alle differenze di parte“.
Dopo l’appello all’unità Letta si è recato da Berlusconi a Villa Grande dopo è rimasto alcune ore, forse per convincerlo a ritirarsi? Voci di corridoio fanno sapere il rapporto tra i due è buono e non c’è nessun dissidio Letta come esponente dell’ala moderata di Forza Italia starebbe consigliando il Cavaliere di partecipare alla corsa al Quirinale ma solo favorendo il nome di un altro. L’ex premier però non ha nessuna intenzione di gettare la spugna, addirittura cerca il sostegno del Partito popolare europeo e ha invitato a cena Manfred Weber, il capogruppo del Ppe .
A Villa Grande l’impavido 85enne continua a tenere il contro dei grandi elettori: Il centrodestra ne conta 450 ne manca una sessantina alla maggioranza assoluta, ma ne servono di più, se si vuol stare al sicuro dai franchi tiratori.
Nel vertice con Salvini, e Giorgia Meloni, Meloni chiederà garanzie di “compattezza” alla coalizione, nel timore che alla fine il Cav si ritiri e faccia un accordo con il Pd, magari anche su una legge elettorale proporzionale.
Salvini dal canto suo non vuole scartare un piano B e mantiene contatti con i leader del centrosinistra, da Letta a Giuseppe Conte. Strategia confermata anche da Enrico Letta che racconta che nelle ultime ore si sta stabilendo un inizio di dialogo positivo con le forze di destra, ma che è previsto anche un incontro con Matteo Renzi. Giuseppe Conte dal canto suo assicura che il Movimento sarà “ago della bilancia, accettando il dialogo col centrodestra e ribadendo il no a Berlusconi. Sia Conte che Letta e relativi seguiti sperano sempre in un Mattarella bis, ma il presidente non ne vuole sapere.
Che per il piano B penserebbe piuttosto a un nome di area centrodestra che possa raccogliere un consenso largo, come Pier Ferdinando Casini, Marcello Pera, Letizia Moratti, Elisabetta Casellati. Il candidato principe resta comunque Draghi, insistono i Dem, dopo che il veto di Salvini sul governo – e sul trasloco del premier al Colle è caduto.