A tarda notte il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm con le misure di contrasto al Covid, che dovrebbe essere pubblicato a breve in Gazzetta ufficiale. Rispetto a quanto previsto nella bozza sostanzialmente non è cambiato molto: tra le misure più importanti che entreranno in vigore a partire da giovedì 5 novembre sino al 3 dicembre viene confermato il divieto agli spostamenti tra le Regioni a rischio elevato e medio (cioè quelle identificate come rosse e/o gialle), il coprifuoco in tutta Italia dalle ore 22 alle 5, la didattica a distanza dalle seconde medie in su nelle zone rosse e negozi chiusi nei territori più a rischio, ad eccezione di barbieri e parrucchieri.
La riunione finale tra il presidente del Consiglio, i capi delegazione, i ministri Francesco Boccia, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli e il sottosegretario Riccardo Fraccaro si è prolungata sin dopo la mezzanotte. I governatori hanno fatto grandi pressioni sul tema dei ristori, motivo per il quale l’esecutivo è stato costretto ad concedere qualcosa in più rispetto a ciò che era stato preventivato.
mette un punto a “singolar tenzone” tra l’esecutivo e le Regioni. Poche le concessioni del primo alle seconde, con un appendice: il capitolo ristori che, su pressing dei governatori, Conte sarà costretto ad allargare rispetto alle previsioni di qualche ora fa. A Conte, Gualtieri e Patuanelli spetterà il compito di trovare le risorse economiche necessarie a garantire un supporto concreto e a mitigare la rabbia di commercianti, ristoratori, gestori di bar delle zone rosse che inesorabilmente saranno destinati a chiudere le serrande per almeno due settimane.
“Le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 5 novembre 2020, in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 ottobre 2020, e sono efficaci fino al 3 dicembre 2020”.
Nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell’Iss – quelle caratterizzate da uno scenario di ‘elevata gravità e quelle nelle quali ci sono situazioni di massima gravità – “è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori”. Può riguardare intere “Regioni o parti di esse”. La differenza tra le zone che ricadono nello scenario 3 e in quelle che rientrano nel 4 sta nel fatto che in queste ultime sono vietati anche gli spostamenti “all’interno dei medesimi territori”, dunque a livello comunale e provinciale.
“Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”.
La bozza del nuovo Dpcm prevede che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito “un coefficiente di riempimento non superiore al 50%”; con esclusione, però, del “trasporto scolastico dedicato”.
Nelle Regioni a massimo rischio sarà limitato “ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza” salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.
Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio: “Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari“. Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive. Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Salvi parrucchieri e barbieri che in extremis sono stati esclusi dalla chiusura forzata nelle zone più a rischio.
Il nuovo Dpcm prevede la scuola in presenza fino alla prima media nelle zone rosse. La mascherina sarà obbligatoria a scuola per i bambini delle elementari e delle medie, anche quando sono seduti al banco. Fanno eccezione “i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina”.
Nelle zone rosse la bozza del Dpcm prevede la sospensione delle attività sportive, comprese quelle presso centri e circoli sportivi, anche se svolte all’aperto. Sarà consentito “svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo” di mascherine. Si può inoltre svolgere “attività sportiva esclusivamente all’aperto ed in forma individuale”.
Mentre sarà consentita l’attività sportiva di base e l’attività motoria svolta all’aperto presso centri e circoli sportivi, siano essi pubblici e privati, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento. Ma sarà interdetto l’uso di spogliatoi interni ai suddetti circoli.
Sarà compito di ciascun dirigente pubblico o privato garantire il massimo livello di smart working, oltre a garantire ingressi differenziati del personale. La bozza di Dpcm contiene anche la “forte raccomandazione” dell’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati. In particolare, le pubbliche amministrazioni (salvo il personale sanitario e chi è impegnato nell’emergenza) dovranno assicurare “le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato” e “con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione”
Al fine di contrastare il diffondersi del coronavirus, la bozza prevede lo stop dei servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana. Il provvedimento fa salve le crociere in atto entro l’8 novembre. E’ inoltre consentito alle navi di bandiera estera impiegate in servizi di crociera l’ingresso nei porti italiani esclusivamente ai fini della sosta ‘inoperosa’.
Èprevista la “sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica ovvero in cui la commissione ritenga di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile”.
Lo stop ai concorsi era già stato previsto dal governo in una prima bozza del Dpcm del 24/10 salvo stralciare il comma successivamente, su richiesta delle Regioni.
Carlo Saccomando