Accordi tra un operatore dell'obitorio dell'opsedale Sacco di Milano e due dipendenti di ditte funebri, che pagavano in cambio di preziose informazioni sui decessi.
E’ scattata l’indagine della polizia locale milanese all’obitorio del Sacco, quando ha scoperto che un dipendente di 57 anni consegnava ad impresari funebri la documentazione relativa ai defunti in cambio di soldi . Il dipendente è andato incontro alla sospensione dal lavoro insieme a due impiegati delle pompe funebri di Milano e Baranzate.
Negli esposti si denunciano “atteggiamenti confidenziali” tra impresari e operatori degli obitori, i quali consentivano l’accesso ai secondi senza l’autorizzazione dei parenti dei defunti.
Inizialmente si offriva agli addetti della camera mortuaria 200 euro per vestire subito la salma. Se il morto era deceduto per covid si arrivava a 400 euro “Perchè i famigliari la vogliono vestita“. E’ questa la proposta che ha sentito un addetto dell’obitorio dell’ospedale Sacco di Milano, nel novembre 2020, da un responsabile di un’impresa di onoranze funebri.
Il pm Stefano Civardi responsabile dell’inchiesta ha accertato una diffusa pratica corruttiva fra tutti gli operatori dell’obitorio oltre a “violazioni” delle regole anti-Covid.
La polizia ha scoperto la corruzione dilagante grazie alle conversazioni dalla polizia a partire da febbraio 2021. Il 57enne dipendente ospedaliero, comunicava i decessi che avvenivano in ospedale direttamente all’impresa funebre, indirizzava i familiari a specifiche onoranze funebri, raccontando di false convenzioni con il Comune di Milano che avrebbero garantito prezzi calmierati, e consentiva l’accesso al personale delle imprese funebri alle camere mortuarie. Gli inquirenti hanno riscontrato comportamenti degli imputati di “particolare sfrontatezza”