Esattamente 15 anni fa, il 25 maggio del 2005, allo stadio Stadio olimpico Atatürk di Instambul il Milan perde una delle più rocambolesche finali di Champions League della sua storia e dell’intera storia della competizione: la fatidica finale contro il Liverpool, capitanato da Steven Gerrard, che dopo il 3-0 del primo a favore dei rossoneri riuscirono il 6 minuti dal ’54 al ’60 a raggiungere il pareggio e infine a vincere la Coppa dalle Grandi Orecchie alla lotteria dei calci di rigore.
Quale migliore occasione per ricordare al popolo rossonero questa tragica pagina della storia milanista se non con l’infortunio di uno dei giocatori più rappresentativi della squadra? Nel corso dell’allenamento odierno Zlatan Ibrahimovic si è fermato per un infortunio e la sensazione generale è che possa trattarsi di qualcosa di importante.
L’attaccante svedese dopo uno scatto ha sentito un forte dolore al polpaccio, il che potrebbe far pensare ad un possibile stiramento al gemello, ma c’è il timore che possa essere coinvolto il tendine d’Achille. Nella prima ipotesi il gigante di Malmö sarebbe costretto ad uno stop forzato di 30/45 giorni, mentre nel secondo caso potrebbero essere necessari anche 6 mesi per il ritorno all’attività agonistica.
Le prime voci da Milanello parlano di un problema al polpaccio, ma saranno necessarie gli esami di domani per stabilire in maniera inequivocabile l’entità dell’infortunio. E pensare che Zlatan, che il 3 ottobre prossimo compirà 39 anni, era stato tra i calciatori rossoneri che più si erano allenati nel corso del lockdown. Grazie sopratutto al trasferimento in Svezia che gli aveva permesso di partecipare alle sedute di allenamento con la squadra svedese dell’Hammarby, di cui il giocatore è co-proprietario.
Nel caso in cui l’infortunio di “Ibracadabra” dovesse rivelarsi più grave del previsto il calciatore, oltre a concludere anzitempo la stagione, potrebbe prendere in seria considerazione l’ipotesi del ritiro. Sarebbe veramente un’ironia del destino se il giorno in cui Ibra è costretto ad appendere le scarpe al chiodo coinciderebbe con il 15esimo anniversario dalla sciagurata finale di Instambul. Lo scopriremo prossimamente.
Ai tifosi rossoneri che sperare in una ripresa del campionato di Serie A, sempre che avvenga, migliore sia a livello di risultati e che di gioco rispetto a quanto fatto finora. Senza l’apporto del numero 21 rossonero l’impresa sarà sicuramente ai limiti dell’impossibile. Oppure occorrerà augurarsi in una progettazione migliore della prossima stagione, osservando attentamente il gioco del Lipsia in Bundesliga e l’applicazione del Gegenpressing. Sempre che il professore Ralf Rangnick approdi tra qualche mese alla corte del “Diavolo“.
Carlo Saccomando