Pochi nella storia della tv hanno l’onore di essere ricordati come colonne portanti della storia non solo mediatica ma anche culturale di un paese. Tra questi non può non essere citato Mike Bongiorno che, insieme a mostri sacri del piccolo schermo come Corrado, Pippo Baudo e Raimondo Vianello, ha davvero scritto la storia di un paese. Lo ha fatto tramite un atteggiamento gentile, delicato e spiritoso, portando una cultura pop nelle case di ogni italiano, entrando in punta di piedi e venendo accolto come uno di famiglia.
Di origini statunitensi, nato a New York e presto ritornato in Italia ha attraversato ogni vicenda del 20° secolo, allietando i pomeriggi e le sere di milioni di italiani. I suoi programmi televisivi, per decenni sotto la produzione della Rai e poi su Mediaset per la sua grande amicizia con Silvio Berlusconi, sono stati epocali e restano tutt’oggi ben impressi nei ricordi di tutti, da Lascia o Raddoppia al Rischiatutto, da Telemike fino alla mitica Ruota della Fortuna.
Il 16 novembre 1955 va in onda la prima puntata di “Lascia o Raddoppia?”, il primo quiz della storia della tv italiana. Le televisioni sono poche in giro e ci si riunisce insieme nelle case dei pochi fortunati che ne possono possedere una. E il successo è incredibile, tanto da scatenare la protesta dei proprietari di cinema e teatri che vedono un crollo delle presenze sulle poltrone delle loro sale. Ogni sabato sera non c’è storia che tenga, tutti guardano la trasmissione e provano virtualmente a giocare insieme ai concorrenti.
Il gioco è semplice: il concorrente in gara nella trasmissione deve rispondere a tutte le domande che gli vengono poste su un determinato argomento di cui lui si ritiene esperto. Così nella prima serata disponibile il concorrente era chiamato a rispondere ad otto domande, avendo trenta secondi a disposizione per dare la risposta. Passata indenne la prima serata, nella seconda c’era la fatidica domanda: “Lascia o raddoppia?”, cioè il concorrente doveva decidere se prendere il denaro vinto fino a quel momento oppure rischiare e raddoppiare. In questo caso ci si metteva dentro una cabina isolata acusticamente e Mike faceva una sola, difficilissima, domanda. Naturalmente in caso di risposta giusta il montepremi raddoppiava ma in caso di errore tutto il denaro andava perso. Ad ogni modo c’era comunque il premio di consolazione: una Fiat 600.
Andiamo un po’ avanti nel tempo e arriviamo al 1970 quando su Rai Uno andava in onda Rischiatutto. Il programma è durato quattro anni ma anch’esso ha lasciato un segno evidente nella cultura pop italiana. Tre i partecipanti al gioco per ogni puntata, chiamati a rispondere a dieci domande su una materia a loro scelta. Al termine delle domande ognuno aveva accumulato un certo montepremi e passava a giocarselo davanti ad un tabellone da 36 caselle che conteneva sei domande per ogni tema. Più si rispondeva correttamente più cresceva il montepremi di ogni giocatore. Vinceva naturalmente chi aveva accumulato più soldi.
Da 1976 al 1978 va in onda “Scommettiamo?”, ancora un gioco a premi ma basato su scommesse. Il gioco prendeva spunto dalle corse ippiche e anche nella sua veste grafica e in alcuni dettagli ne richiamava simboli e oggetti. I concorrenti erano chiamati anche qui a rispondere a delle domande su specifici temi ma per farlo dovevano puntare una cifra posta nelle loro disponibilità dal montepremi. A differenza del Rischiatutto però il concorrente che rispondeva in maniera errata ad una domanda si vedeva azzerato il montepremi. Una corsa uno contro l’altro fino ad arrivare alla domandona finale con il vincitore che è stato in grado di rispondere a tutte le domande senza azzerare il suo montepremi e guadagnando una cifra più alta dei suoi avversari.
Anche Telemike, come nei precedenti quiz, Mike Bongiorno propone domande di cultura generale e di attualità, ma anche domande su specifiche materie scelte dai concorrenti. Lo scopo è sempre lo stesso: rispondere correttamente alle domande e vincere più denaro possibile per portarsi a casa tutto il montepremi. Il programma è andato in onda dal 1987 al 1992 trovando nella seconda stagione una media di share del 24,42%, un dato impressionante che attesta la grande stima e l’affetto che tanti italiani avevano per Mike Bongiorno.
Uno dei giochi più famosi di Mike Bongiorno è certamente “La Ruota della Fortuna”, andato in onda dal 1989 per sedici anni e 3501 puntate. Tre concorrenti che si sfidano per indovinare una frase misteriosa su un tabellone, da indovinare scoprendo man mano consonanti e vocali e girando la famosa ruota. Il format ebbe un successo tale che fu non solo riprodotto anche in gioco di società in scatola, ma addirittura venne ripresentato in versione moderna su Italia 1 condotta da Enrico Papi e diede adito a diversi giochi che si basano proprio su una ruota della fortuna, anche se lo scopo in questi non è quello di indovinare una frase comprando vocali o consonanti.
È il caso della ruota dei bonus giornalieri, presente su alcuni siti di iGaming e che, in base all’esito dello spin, consente all’utente di ricevere alcuni bonus da utilizzare sulla piattaforma. Il programma è diventato anche famoso a causa di alcune imbarazzanti gaffe. Tra le più famose quelle del signor Giancarlo: la frase segreta riguardava le amazzoni e diceva “Vinsero battaglie grazie alla loro fuga” ma il signor Giancarlo, non si sa se per fare uno scherzo o per un lapsus, sbagliò la risposta cambiando la prima vocale dell’ultima parola. E celebre è anche la litigata tra Mike Bongiorno e Antonella Elia, animalista convinta, per una pelliccia che era il premio ma anche l’omaggio di un grosso sponsor della trasmissione.