Ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con un comunicato ufficiale ha definito “inevitabile” lo scioglimento anticipato delle Camere e quindi la fine della legislatura guidata dal Governo Draghi. Anche se per dovere di cronaca va specificato che il premier e l’esecutivo rimarranno in carica per il disbrigo degli affari correnti fino all’insediamento e la formazione di quelli che saranno i nuovi membri del governo scelto dagli italiani per il disbrigo degli affari correnti, ovvero per altri 4 mesi circa.
Si voterà domenica 25 settembre, di fatto l’unico giorno possibile in base alle regole che concedono un massimo di 70 giorni dal giorno dello scioglimento ma anche un minimo di 60 per permettere le complesse operazioni di presentazione delle liste e una giusta campagna elettorale.
Nella conferenza stampa al Quirinale Mattarella ha ricordato che lo scioglimento delle Camere è “sempre l’ultimo atto da compiere“, soprattutto il un periodo importante e complesso come quello che l’Italia sta vivendo, ma la situazione politica che si è determinata nelle ultime settimane ha condotto a questa sofferta decisione. Ma voto e le modalità con qui questo voto è stato espresso mercoledì al Senato, sulla risoluzione Casini, hanno “reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al Governo e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza“.
Oltre ai ringraziamenti di rito a premier e ministri per l’impegno profuso in questi 18 mesi, il Presidente della Repubblica ha voluto sottolineare che il governo non potrà permettersi delle pause “negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale” in particolare per quanto concerne l’aumento dell’inflazione che “causata soprattutto dal costo dell’energia e dei prodotti alimentari, comporta pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese“.
Interventi indispensabili che necessari a far alle difficoltà economiche e alle loro ricadute sociali soprattutto sui cittadini meno abbienti e per contenere gli effetti della guerra della Russia contro l’Ucraina sul piano della sicurezza dell’Europa e del nostro Paese.
Ma oltre a queste esigenze si aggiungono l’attuazione nei tempi concordati con l’Ue del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), a sono condizionati “necessari e consistenti” fondi europei di sostegno e la prosecuzione dell’azione di contrasto alla pandemia.
Infine lancia un appello ai partiti, che da oggi saranno impegnati nella bagarre della campagna elettorale, ai quali chiede “un contributo costruttivo” per le priorità imminenti nell’interesse superiore dell’Italia.
“Dobbiamo essere molto orgogliosi“, “porterò con me un bel ricordo delle riunioni” e anche “degli scambi” avuti con ciascuno, dice Draghi alla sua squadra di governo, riunita per il Cdm che fissa al 25 settembre la data delle elezioni. Fino ad allora, fino all’insediamento del nuovo esecutivo, bisognerà andare avanti “con la stessa determinazione” e anzi, chiudere tutto quello che sarà possibile nel perimetro degli affari correnti proprio per “favorire” il governo che verrà.
Draghi ringrazia tutti “per la dedizione, la generosità, il pragmatismo” di questi mesi e invita, sulla falsariga delle indicazioni precise arrivate da Sergio Mattarella, di cui Draghi apprezza “la saggezza” anche nel gestire questa crisi, a guardare alle cose che restano da fare.