Il presidente della Repubblica a Strasburgo parla di pace e della guerra in Ucraina
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella partecipa all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo. Il capo dello Stato ha incontrato i vertici del Consiglio e la delegazione italiana. Poi l’intervento in Aula. “Di fronte a un’Europa sconvolta dalla guerra nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile“, afferma il capo dello Stato nel suo discorso.
Il Consiglio d’Europa raccoglie 46 paesi del vecchio continente e rappresenta quel tentativo, riuscito, di riconciliazione dopo gli orrori della guerra. La sua missione, di tutelare i diritti umani, l’ha spinto, il 15 marzo, ad estromettere Mosca. Oggi quindi l’Europa torna vivere “l’incubo della guerra“, con logiche otto-novecentesche ormai superate. E contro le quali bisogna lottare, senza ambiguità, ribadisce Mattarella, come già aveva fatto nei giorni scorsi. “Di fronte a un’Europa sconvolta dalla guerra – afferma nel suo intervento Mattarella – nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile. La Federazione Russa, con l’atroce invasione dell’Ucraina, ha scelto di collocarsi fuori dalle regole a cui aveva liberamente aderito, contribuendo ad applicarle“.
Il presidente della Repubblica passa quindi a parlare di pace. “Alla comunità internazionale tocca un compito: ottenere il cessate il fuoco e ripartire con la costruzione di un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace“. Ma bisogna agire subito perché “La guerra è un mostro vorace, mai sazio. La tentazione di moltiplicare i conflitti è sullo sfondo dell’avventura bellicista intrapresa da Mosca“. “La pace non si impone automaticamente, da sola, ma è frutto della volontà degli uomini“, avverte il capo dello Stato.
Mattarella come modello di un percorso di pace propone “Helsinki e non Jalta. Dialogo, non prove di forza tra grandi potenze che devono comprendere di essere sempre meno tali“. Il riferimento è alla Conferenza di Helsinki del 1975, e al suo “Atto finale”, firmato anche da Usa e Urss, e che portò alla fondazione dell’Osce, Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Quindi “Una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione“.