Il capo dello Stato torna a chiedere lo stop alla guerra durante le celebrazioni per l'8 marzo al Quirinale
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dedica alle donne ucraine la festa dell’8 marzo. “Sono certo – esordisce il capo dello Stato – di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani, rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda“.
E’ incentrato sulla guerra in Ucraina l’intervento di Mattarella durante le celebrazioni dell’8 marzo al Quirinale. Il presidente della Repubblica chiede un “più forte impegno per la pace“, ma soprattutto “il ritiro delle forze di occupazione e il ripristino del diritto internazionale e delle sovranità nazionali“. E’ un richiamo forte a non cadere nell’indifferenza, “il peggiore dei mali”, perché in gioco ci sono pace, democrazia, civiltà.
E non bisogna pensare troppo alle conseguenze economiche: “Opporsi oggi a questa deriva di scontri e conflitti comporta dei prezzi“, avverte Mattarella. Opporsi potrebbe provocare dei costi alle economie dei Paesi ma, spiega il presidente, essi “sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso“.
“Va fermato subito, con decisione, questo ritorno all’indietro della storia e della civiltà“, chiede Mattarella. “Non è tollerabile – e non dovrebbe essere neppure concepibile – che, in questo nuovo millennio, qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati – continua il capo dello stato – pretendendo che gli stati più grandi e forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai paesi più vicini, e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi. Provocando angoscia, sofferenze, morti, disumane devastazioni“.