Sale vertiginosamente il conto dei danni nelle città e nelle campagne provocati da un mese di dicembre segnato fino ad ora lungo la Penisola da ben 12 eventi estremi al giorno tra nevicate abbondanti, valanghe, grandinate, tornado, tempeste di fulmini e bombe d’acqua che hanno provocato esondazioni, allagamenti e frane e purtroppo anche vittime. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento alla nuova ondata di maltempo di dicembre dopo un mese di novembre insolitamente mite e siccitoso.
Coldiretti denuncia come il maltempo abbia colpito in gran parte le campagne sia a Nord che a Sud del Paese, con aziende agricole che sono finite letteralmente sott’acqua, con neve, frane e smottamenti che rendono difficile la circolazione soprattutto nelle aree rurali. Migliaia gli ettari di coltivazioni allagate e di conseguenza i raccolti perduti che vanno dal grano ai foraggi per gli animali, dai fiori agli ortaggi, dai vigneti ai frutteti con alberi abbattuti dal vento. Incalcolabili i danni provocati alle campagne all’agricoltura negli ultimi dieci giorni, motivo per cui l’associazione chiede l’avvio delle procedure per verificare lo stato di calamità nelle zone più colpite.
Per fornire un aiuto diretto ai coltivatori colpiti i trattori degli agricoltori della Coldiretti sono stati mobilitati e utilizzati come spalaneve per pulire le strade in Veneto dove è urgente sgomberare strade e sentieri per assicurare il ritiro del latte munto quotidianamente nelle stalle. Ma altre difficoltà per la neve e allagamenti diffusi sono stati segnalati anche in Friuli Venezia Giulia al nord, mentre al centro sud precipitazioni intense hanno colpito la Campania e la Sardegna nell’oristanese ad Arborea e Terralba. Dove ha smesso di piovere si contano i danni.
Solo per effetto dell’esondazione del Panaro sono finiti sott’acqua 4.000 ettari di campagna modenese, per un totale di circa 200 aziende agricole coinvolte, in uno dei territori più fertili della campagna modenese caratterizzata da coltivazioni a seminativi ma anche vigneti, frutteti e allevamenti di suini e bovini da latte per Parmigiano Reggiano.
“Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – agli effetti del mix micidiale con i cambiamenti climatici ed il moltiplicarsi di eventi estremi che si abbattono su un territorio reso più fragile dall’abbandono forzato e dalla cementificazione che nelle campagne ha provocato danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.”
I cambiamenti climatici si abbattono su un territorio fragile, come quello italiano, con ben a 7275 i comuni che hanno parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico, ovvero il 91,3% del totale nazionale sulla base dei dati Ispra. In pratica sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro.
“A questa situazione – conclude la Coldiretti – non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%)”.
Carlo Saccomando