MACERATA. Palloncini bianchi, rossi e verdi, alcuni a forma di cuore con la scritta Pamela, sono stati liberati dai familiari di Pamela Mastropietro prima dell’udienza della Corte d’Assise a Macerata a carico di Innocent Oseghale, 30enne pusher nigeriano accusato di stupro, omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.
Tangibile la tensione in aula dove ci sono il padre e la madre, Stefano Mastropietro e Alessandra Verni, affiancati come parti civili dall’avvocato e zio della 18enne Marco Valerio Verni. Presente anche l’imputato suoi legali. Palazzo di Giustizia presidiato dalle forze dell’ordine e ingresso limitato nell’aula per il processo, che per ora è a porte aperte. Prima dell’udienza, la madre di Pamela, che indossa una maglietta rosa con la foto della figlia con in testa una corona, ha cercato insistentemente lo sguardo di Oseghale che si trovava dentro il gabbiotto, senza essere ricambiata. “Mi ha guardato? No non ha le p…”, ha osservato.