Per quanto riguarda la possibilità in futuro di effettuare la quarta dose il coordinatore del Cts afferma: "Non bisogna escludere la possibilità, ma nemmeno darla per scontata"
In più occasioni gli esperti , il mondo della politica e soprattutto i cittadini si sono domandati se nel prossimo futuro fosse il caso o meno di effettuare il vaccino anche ai più piccoli. Più precisamente la fascia d’età in questione sarebbe quella da 0 a 5 anni. Sul tema è intervenuto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, che ai microfoni di Sky TG24 non ha escluso questa ipotesi: “Direi che potrebbe essere ragionevole ipotizzare l’orizzonte dell’inizio della primavera per avere questi vaccini a disposizione, dopo che le agenzie regolatorie avranno dato il via libera.”
Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico spiega che i bimbi dovranno sicuramente ricevere due dosi e che gli studi condotti sino ad ora prevedono un dosaggio ridotto sia rispetto a quello degli adulti che a quello della fascia 5-11 anni.
Per quanto concerne il quadro generale della pandemia l’opinione di Locatelli è che l’Italia si sta avviando “a una situazione marcatamente favorevole, tutti i numeri ci indicano che questa è la direzione.” E addirittura tra qualche settimana potrebbe essere affrontare la tematica della mascherina, ovvero di valutare un’eventuale eliminazione dell’obbligo di indossarla all’aperto. Ma tutto dipenderà “dall’evoluzione della curva epidemiologica” nel mese di febbraio. Inoltre ha annunciato l’arrivo nei prossimi giorni, con un mese di anticipo, della pillola anti-Covid prodotta da Pfizer.
Locatelli ha poi voluto tributare un plauso al Governo, che insieme al supporto degli esperti del Cts, è riuscito a mantenere aperto il Paese senza ricorrere ad un lockdown generalizzato come avvenuto in passato: “C’è un messaggio poco emerso: siamo riusciti a gestire questa ondata, dovuta in gran parte a Omicron, a differenza di altri Paesi mantenendo tutto aperto. Paesi come Germania, Austria e Olanda hanno dovuto ricorrere a lockdown o a chiusure di attività commerciali.” Una circostanza che per l’accademico bergamasco è strettamente collegata all’elevata percentuale di vaccinati in Italia: “Siamo oggi al 91% di persone che hanno almeno una dose e 87-88% di chi ha ricevuto un ciclo vaccinale completo.”
Parlando infine dell’ipotesi di una quarta dose di vaccino, Locatelli ha affermato che bisogna affrontare la problematica “in maniera molto laica, non dandola per scontata ma non escludendola“. Potrebbe anche essere presa in considerazione la possibilità di inoculare la quarta dose solo ai soggetti fragili, ma è giusto che le decisioni vengano prese sulla base di evidenze scientifiche: “Potremo anche eventualmente avere scelte differenziate a seconda dello stato immunologico dei soggetti. Nessuno (al momento) ha argomenti per sostenere ora se escluderla o somministrarla“.