• 27 Novembre 2024
  • DAL MONDO

Lo smartphone può essere un pericolo anche per il viso

NEW YORK. Ai potenziali rischi per la salute causati dal cellulare, soprattutto quando viene utilizzato con noncuranza, bisogna aggiungere quelli che interessano il viso. Avete capito bene. Stiamo parlando proprio del nostro volto. A rilevarlo è una ricerca pubblicata negli States che sottolinea come siano in crescita i trattamenti ai Pronto soccorso a stelle e strisce per questo genere di lesioni per lo più lievi, che vanno dai lividi ai tagli e in casi estremi alle fratture. L’idea di esaminare il problema è venuta al dottor Boris Paskhover, chirurgo plastico facciale, per la sua esperienza nel trattamento di pazienti con problematiche legate allo smartphone.

Tra coloro che si sono rivolti al medico esperto in plastica facciale vi era una donna che si era rotta il naso quando ha lasciato cadere inavvertitamente il cellulare sul viso. Lo studio ha analizzato 20 anni di dati sui Pronto Soccorso di circa 100 ospedali, riscontrando un aumento delle lesioni al cellulare a partire dal 2006, il momento in cui sono stati introdotti i primi smartphone. I ricercatori hanno preso in esame 2.500 pazienti con lesioni alla testa e al collo legate al cellulare dal 1998 al 2017. Alcune lesioni sono risultate causate dal fatto che ad esempio si viene colpiti da un telefono lanciato, ma molte da un uso distratto, incluso il mandare messaggi mentre si cammina, con la conseguenza di inciampare e cadere a faccia in giù sul marciapiede.

Sempre a livello statunitense, si stima che siano state circa 76.000 persone ferite durante il lasso di tempo esaminato. I casi annuali sono ammontati a meno di 2.000 fino al 2006, ma in seguito hanno subito un rapido aumento. Circa il 40% delle problematiche prese in esame riguardavano uomini e donne di un’età compresa tra 13 e 29 anni e molti sono rimasti feriti mentre camminavano, mandavano messaggi o mentre si trovavano al volante.

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Giuseppe Muri

Giornalista pubblicista dagli Anni Ottanta, si occupa di cronaca e di costume. Ha lavorato per un lungo periodo nelle redazioni di testate locali piemontesi. Appassionato di storia, ha svolto alcune inchieste legate a fatti importanti che hanno caratterizzato il Novecento italiano.

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