• 22 Novembre 2024
  • CRONACHE

Lite in un condominio di Chioggia: muore il 67enne aggredito

Nella tarda serata di ieri è morto all’ospedale all’Angelo di Mestre (Venezia) Paolo Marangon, il 67enne picchiato da un giovane bullo in strada nei pressi di un condominio a Sottomarina di Chioggia dopo un banale diverbio. La lite sarebbe scaturita in quanto Marangon, mentre si apprestava ad uscire in compagnia di un’amica dal portone dello stabile nel quale abitava, avrebbe leggermente spintonato un ragazzo che ostruiva parzialmente l’uscita. Il gesto avrebbe fatto infuriare il 26enne che si è scagliato sull’uomo prendendolo a schiaffi e provocandone il fatale l’impatto con l’asfalto.

La dinamica dell’aggressione

La vittima stava uscendo dallo stabile in compagnia di un’amica per andare in pizzeria. I due stavano scendendo le scale e volevano solo passare attraverso il portone, che però era in parte ostruito proprio dal 26enne, che stava parlando con un coetaneo.

Il giovane ha chiesto all’anziano il motivo della piccola spinta, pretendendo le scuse. L’amica del 67enne ha provato a calmare gli animi affermando: “Non l’ha fatto apposta, non è successo nulla“. Non sentendo risposta dall’uomo, e vedendo che si allontanava, il ragazzo lo ha raggiunto in strada e colpito con alcuni schiaffi, uno dei quali ha fatto finire a terra l’uomo. Nella caduta ha battuto pesantemente la testa sull’asfalto e non si è più ripreso.

La corsa disperata in ospedale e la morte celebrale

L’amica gli ha immediatamente prestato il primo soccorso, praticandogli un massaggio cardiaco, ma è apparso subito evidente che le sue condizioni erano molto gravi. Poco dopo un’ambulanza ha portato d’urgenza il ferito all’ospedale all’Angelo di Mestre, mentre i carabinieri hanno preso in consegna l’aggressore. Il 26enne, già noto alle forze dell’ordine, non è nuovo a comportamenti violenti e intimidatori, con diverse denunce alle spalle per furto, rissa e altri reati minori.

Una volta giunto in ospedale i medici hanno accertata l’impossibilità di una ripresa del paziente, che presentava una grave emorragia cerebrale, e così hanno deciso di staccare le macchine che lo tenevano in vita, iniziando il periodo di osservazione per decretare la morte cerebrale, sopraggiunta in tarda serata.

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