Nel mondo globalizzato si lavora sempre più con la valigia pronta, soprattutto se si desidera realizzarsi e fare carriera. La regola vale per gli uomini, molto meno per le donne per le quali è più facile viaggiare come mogli che come lavoratrici in carriera.
E mentre lui si realizza nel nuovo paese, avendo con sé il supporto di moglie e figli, la maggioranza delle donne che è espatriata per realizzarsi professionalmente ha in media 40 anni, è laureata, è single e non ha figli. L’amara sentenza è il frutto di un sondaggio effettuato in tutto il mondo dalla più vasta community online di expat, i lavoratori globe-trotter, InterNations, che ha sondato i motivi e gli umori delle lavoratrici che vivono fuori dal loro paese natio.Lo studio, svolto in occasione della festa internazionale della donna che ricorre l’8 marzo, ha coinvolto oltre 8.800 lavoratrici provenienti da 420 città del mondo. Il campione ha analizzato, assegnando punteggi precisi, quali sono i paesi migliori in cui lavorare, vere e proprie ’oasi’ per la realizzazione professionale da un punto di vista squisitamente femminile.
Fra i parametri sono stati giudicati le prospettive di carriera, il bilancio fra lavoro e vita privata e quanto ci si sente sicure sul lavoro nei paesi che le ospitano. Sulla base dei giudizi delle donne coinvolte è stata stilata una classifica di ben 57 paesi, dai più ospitali ai peggiori nei confronti dei cervelli femminili, dove regna la discriminazione di genere nella carriera. Il paese migliore a misura di lavoratrici che espatriano per realizzarsi è, a sorpresa, la Repubblica Ceca, seguita dalle isole del Regno di Bahrein, nel Golfo Persico. Al terzo posto spicca Taiwan e, dal quarto al decimo posto, le più scontate Norvegia, Danimarca, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Malta ed Australia. Qui si riesce a raggiungere i propri obiettivi professionali e a sentirsi anche felici. E l’Italia? Ne esce con le ossa rotte piazzandosi penultima, alla 56esima posizione, prima della Grecia che occupa la posizione più bassa della classifica. Forbes i giorni scorsi commentava: “Sei mai andata in vacanza nei posti più belli del mondo come la Grecia e l’Italia e hai fantasticato su come sarebbe bello lavorarci? Pensaci meglio perché l’indagine di InterNations mette questi due paesi come i peggiori in cui realizzarsi”.
“Più della metà delle donne che vive in Grecia ed in Italia per lavoro giudicano negativamente le prospettive di carriera in questi paesi, – commenta Kathrin Chudoba, a capo del dipartimento di comunicazione della community InterNations. Il 34% delle donne espatriate in Italia da altri paesi per lavoro è insoddisfatta (contro una media mondiale del 20%) e il 50% fa un bilancio complessivo lavoro-vita negativo. Il 26 % ritiene che il salario sia troppo basso rispetto a quanto avrebbe guadagnato nel proprio paese, contro il 13 % degli uomini. Meglio fare la valigia e volare verso paesi che, nel senso comune, vengono considerati meno per la carriera e che invece spiccano perfino sui paesi nord europei da sempre ritenuti meno discriminanti nei confronti del gentil sesso: le donne in carriera più felici hanno fatto la valigia dal loro paese e ora vivono in Ucraina, a Bahrein e a Taiwan.