Inizio, con questo primo scritto, sullo storico e ultrasecolare giornale “Il Valore Italiano”, una nuova rubrica, che ha un obiettivo molto significativo, anche se per certi versi difficile, quello di spiegare i termini più importanti del diritto europeo, per renderli cioè più comprensibili, farli diventare quindi patrimonio delle conoscenze personali.
Oggi infatti capita che vengono usate parole, che sono comprensibili solo agli addetti ai lavori oppure capita che alcuni termini nel linguaggio europeo hanno un significato diverso dal significato che hanno nel contesto linguistico italiano. Ai miei studenti, per offrire loro un concreto esempio, richiamo la parola “regolamento”.
Questo termine nel lessico giuridico italiano sta ad indicare una norma o un complesso di norme, che da un punto di vista della “gerarchia giuridica” sta sotto la legge e non può essere in contrasto con la legge stessa. Nel diritto europeo invece il regolamento è l’atto più importante del sistema giuridico. Sta quindi al primo posto e tutte le norme contenute in altri atti (cito per esemplificare le direttive) non possono essere in contrasto con i regolamenti. Solo il trattato prevale sul regolamento, ma questo è un argomento molto complesso, che tratteremo a suo tempo.
Mi permetto in questa premessa di fare anche un richiamo tratto dalla psicologia. Esaminando il comportamento umano si constata che nella maggior parte dei casi – e le eccezioni, se ci sono, servono a confermare la regola – l’uomo evita il contatto con tutto ciò che non conosce. Per esemplificare, non usa strumenti dei quali non conosce il funzionamento, in molte circostanze, anche senza rendersene conto, evita di frequentare persone il cui linguaggio gli è oscuro. Nella sostanza la mancanza di conoscenza tiene lontane le persone dalle realtà sconosciute.
Questa rubrica si propone allora di permettere al lettore di acquisire familiarità con i termini del diritto europeo. Si tratta di una conoscenza elementare, di base. Sarà comunque una conoscenza corretta e puntuale da un punto di vista del diritto. Acquisire – si può dire così – confidenza è anche un invito a capire di più e quindi ad approfondire. Questi approfondimenti qualche volta verranno fatti sul giornale in una apposita sezione, altre volte saranno fornite le opportune indicazioni bibliografiche idonee a soddisfare le esigenze dei lettori.
La ricerca lessicale spazierà in vari settori del diritto europeo – o meglio – dell’Unione Europea. Si incomincerà a parlare proprio di Unione Europea, per spiegare il significato preciso del termine, con qualche breve richiamo storico. Dopo la definizione dell’istituzione, si provvederà ad illustrare il Parlamento Europeo, il Consiglio Europeo, il Consiglio (dei ministri), la Commissione Europea, la Corte di Giustizia dell’Unione europea, la Banca centrale europea, la Corte dei Conti dell’Unione europea.
Successivamente all’ esame delle istituzioni essenziali dell’Unione, sarà fatto cenno anche agli organi consultivi e quindi, sia pure in modo sommario, si parlerà di Comitato Economico e Sociale europeo (CESE), di Comitato delle Regioni, di Banca Europea degli Investimenti (BEI), degli organi di vigilanza finanziaria.
Esaurita questa prima parte riservata alle istituzioni comunitarie, verrà affrontato un secondo gruppo di termini, quelli riferiti agli atti prodotti dalle istituzioni. In questa sede pertanto si definirà il significato di trattato, inteso come fonte primaria del diritto europeo (trattati istitutivi e trattati di modifica). In questo contesto sarà compreso un richiamo alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Presentate dunque le fonti del diritto europeo, verranno esaminati gli atti giuridici dell’Unione: i regolamenti, le direttive, le decisioni. Qualche richiamo sarà destinato agli atti atipici.
Nell’ultima parte si metterà in luce qualche percorso che si può collegare al valore delle sentenze emesse dalle istituzioni giudiziarie dell’Unione Europea.
Prof. Franco Peretti
Docente di diritto europeo