Nello scenario in cui i Piani Nazionali Energia e Clima si realizzassero, i 397 GW di energia eolica installata produrrebbero un contributo al PIL dell’UE di 50 miliardi di euro nel 2030, un aumento del 34% rispetto al 2019. È questo uno dei dati più rilevanti presentati nel Flagship report WindEurope di Anev, associazione italiana di protezione ambientale.Con questa distribuzione dell’energia eolica, il peso del settore nell’economia potrebbe passare dallo 0,26% nel 2016 allo 0,88% nel 2030.
Mentre nel caso in cui l’Europa decidesse di non investire nel settore, adottando di fatto politiche poco ambiziose, le installazioni eoliche sarebbero pari a 324 GW e produrrebbero un contributo di 42 miliardi di euro al PIL dell’UE. In pratica provocherebbero all’economia europea nel solo 2030 un mancato guadagno pari ad 8 miliardi di euro .
Secondo molti esperti l’energia eolica rappresenta una risorsa importante per l’economia europea: ha resistito alla crisi del Covid e quindi può svolgere un ruolo di primo piano nella ripresa economica. Inoltre l’industria eolica vuole mettere al centro di una tale ripresa verde le persone: oltre a creare nuovi posti di lavoro e valore per l’economia, favorisce notevolmente quelle comunità che vivono nelle vicinanze dei parchi eolici.
In Italia secondo le stime dell’Anev nel caso in cui si installassero i 19.300 MW di impianti eolici, si contribuirebbe a incrementare l’occupazione con 67.200 posti di lavoro, di cui beneficerebbe in gran parte il Meridione. Nel nostro Paese l’eolico crea ogni anno un flusso finanziario di circa 3,5 miliardi di euro fra investimenti diretti e indiretti e conta oggi oltre 27.000 addetti. Inoltre nel 2019 sono stati prodotti 20,06 TWh da eolico che equivalgono al fabbisogno di circa 20 milioni di persone e ad un risparmio di circa 12 Mt di emissioni evitate di CO2 e di 25 milioni di barili di petrolio.
Norbert Ciuccariello