Alla fine del 2018 i ministeri dell’Ambiente e dell’Istruzione firmavano un protocollo d’intesa sull’educazione ambientale e sullo sviluppo sostenibile nelle scuole, in vista di un programma comune da introdurre tra le materie scolastiche. Una norma che rendesse tale iniziativa obbligatoria, però, non esisteva fino a oggi, e le scuole avevano la facoltà di decidere volontariamente se adottarla o meno. Questo fino al 5 settembre scorso, quando è entrata in vigore la legge 20 agosto 2019, n. 92, secondo cui, a partire dall’anno scolastico 2020/2021, nelle scuole di ogni ordine e grado in Italia deve essere inserito l’insegnamento dell’educazione civica, comprensivo dell’educazione ambientale. In un momento storico come quello attuale la sensibilizzazione verso i temi dell’ambiente è sempre maggiore, così come trasmetterla a più persone – cittadini – possibile.
Il nuovo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha informato le istituzioni scolastiche che si occuperà di procedere con le attività di accompagnamento per le scuole all’introduzione dell’educazione civica nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado da settembre 2020. L’educazione civica sarà destinata al primo e secondo ciclo di istruzione, mentre iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza saranno previste a cominciare dalla scuola dell’infanzia. Inoltre la legge prevede la collaborazione con le famiglie degli studenti, per mezzo di esperienze extrascolastiche, e con gli enti territoriali. Riguardo ai contenuti da conoscere, in programma ci sono la Costituzione, le istituzioni nazionali e internazionali, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’educazione alla cittadinanza digitale, elementi di diritto, educazione ambientale, educazione alla legalità e al contrasto delle mafie, educazione al rispetto e valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni, formazione in materia di protezione civile, educazione stradale, educazione a salute e benessere, educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.