Nella conferenza stampa sul Green pass e il prolungamento dello stato d'emergenza il premier lancia una stilettata ai due leader del centrodestra: "L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire"
“Qui si fa l’Italia o si muore” avrebbe detto Garibaldi a Nino Bixio, durante la spedizione in Sicilia, nel momento in cui il generale voleva ordinare la ritirata durante la battaglia di Calatafimi. Il riferimento ad un episodio cruciale della storia italiana non è casuale perché ieri, 22 luglio del 2021, il premier Mario Draghi nel corso della conferenza stampa in cui ha spiegato il nuovo decreto Covid sembra quasi voler vestire i panni del noto patriota risorgimentale, ma la battaglia in questo caso non è per l’unificazione dell’Italia bensì per sconfiggere il Coronavirus e cercare di riportare il Paese verso la normalità.
La sfida contro il Covid e le sue temibili varianti, la Delta in primis, è più dura di quanto previsto e nonostante la campagna vaccinale galoppi a colpi di oltre mezzo milione di dosi al giorno il Presidente del Consiglio sa che è arrivato il momento di schierare l’artiglieria pesante per cercare di dare una spallata decisiva all’epidemia. L’armamentario in questione non è composto da armi da fuoco, argomento quanto mai inopportuno in questo particolare periodo storico visti gli ultimi fatti di cronaca, bensì da certificazioni verdi e tamponi.
Se c’è un Garibaldi, alias Mario Draghi, c’è anche un Nino Bixio, alias Matteo Salvini, che qualche giorno fa affermava che era inopportuno inseguire gli italiani con la siringa per strada, a scuola o nei ristorante e che l’importanza di fare il vaccino va argomentata, accompagnata e suggerita ma non va imposto alcun obbligo. Della stessa idea del leader leghista anche Giorgia Meloni, da sempre in prima linea per la difesa della libertà d’opinione e per la difesa di quelle attività commerciali che il Covid ha ridotto al collasso.
Durante la conferenza stampa Draghi ha affermato: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore“. Le parole del premier non lasciano adito a diverse interpretazioni, il messaggio è univoco: bisogna adottare la linea dura e invitare gli italiani, con le buone o con le cattive, a vaccinarsi. Soprattutto in questo particolare momento storico in cui il numero dei nuovi contagi continua a crescere di giorno in giorno e gli oltre 5mila casi registrati ieri sono un campanello d’allarme da non sottovalutare, considerando che appena tre settimane fa la media settimanale era di poco superiore ai 750 positivi al giorno.
Ecco il compromesso trovato dal Governo: a partire dal 6 agosto i cittadini dovranno esibire il Green pass, valido a partire dalla prima dose di vaccino, o un tampone negativo entro le 48 ore precedenti per poter accedere nei ristoranti al chiuso, cinema, teatri, concerti manifestazioni all’aperto, eventi sportivi e tanto altro. L’idea è stata quella di non adottare una misura più rigida in stile francese, ma un compromesso capace di accontentare tutti e di andare incontro a quei cittadini che presumibilmente completeranno l’intero ciclo vaccinale solo ad ottobre. Si consideri che quasi 35 milioni di italiani, poco meno del 60%, hanno ricevuto almeno una dose del vaccino anti-Covid e quasi il 50% hanno ricevuto la doppia dose o il vaccino monodose.
Inoltre per la gioia di Salvini e Meloni le discoteche continueranno a rimanere chiuse, alle quali sono stati promessi degli aiuti economici, e sono stati fissati i nuovi criteri per definire i colori delle Regioni: passaggio da zona bianca a gialla con occupazione dei reparti ospedalieri del 15% e del 10% delle terapie intensive, da zona gialla a arancione con occupazione dei reparti ospedalieri del 20% e del 30% delle terapie intensive e infine da zona arancione a rossa con occupazione dei reparti ospedalieri del 30% e del 40% delle terapie intensive.
Nino Bixio Salvini questa mattina sui social per riprendersi dallo schiaffo morale inflittogli dal Presidente del Consiglio ha postato un’immagine che lo ritrae sorridente mentre sorseggia una tazzullella ‘e caffè accompagnato dal motto “Salute, lavoro e libertà devono stare insieme“. Poi aggiunge che a volte nei palazzi della politica alla Lega tocca l’arduo compito combattere da soli, ma il sostegno di milioni di italiani infonde forza e coraggio. E forse anche un bel caffè caldo.
Il sorriso maschera la delusione di ieri, manifestata senza mezzi termini in un post in cui ribadiva che l’obiettivo di tutti “mio come di Draghi” è quello di “salvare vite, proteggere gli italiani, la loro salute, il loro lavoro, la loro libertà“. Il riferimento al premier non è casuale perché appena una settimana fa, dopo un confronto cordiale a palazzo Chigi, il segretario leghista aveva evidenziato una sintonia totale tra i due. L’idillio si è spezzato ieri perché secondo Salvini la priorità è vaccinare gli anziani, mentre è un errore madornale penalizzare, multare o rinchiudere i più giovani. E ha sottolineato che la stella polare da seguire è quella della libertà.
Concetto che ha ripreso anche Giorgia Meloni secondo cui questa misura “lede la libertà dei cittadini” e “devasta ulteriormente la nostra economia“. Per la leader di Fdi l’obbligo del Green pass avvia il Paese verso una strada molto pericolosa: quella della discriminazione. Poi ribadisce la propria delusione per la decisione di continuare a tenere chiuse le discoteche: “Con una simile e scellerata presa di posizione, si decide di mettere all’angolo le attività legali, controllate e protette, lasciando i giovani in balia dei ritrovi abusivi. Migliaia di lavoratori chiedono di tornare a lavorare subito e in sicurezza. Non esistono lavori di “serie B”. Si chiede un ripensamento da parte del Governo e il partito da lei rappresentato di dice pronto a combattere al fianco dei lavoratori di questo settore umiliato e mandato sul lastrico.
A questo punto la domanda che gran parte degli italiani si pone è se sarà possibile ricucire in tempi brevi i rapporti tra Garibaldi “Draghi” e Nino Bixio “Salvini”. Oppure se sarà una spaccatura definitiva che potrebbe indurre la Lega ad abbandonare la maggioranza e unirsi a Fratelli d’Italia nella schiera dell’opposizione. Ma è ancora troppo presto per fare questo tipo di ragionamenti. Intanto una cosa è certa: il Governo ha intenzione sconfiggere il virus in tutti i modi possibili. E con le decisioni adottate non si può accontentare tutti i cittadini e tutte le componenti politiche.
L’unica strada da perseguire per raggiungere la vittoria è quella delle vaccinazioni, un concetto condiviso anche da uno che di battaglie ‘vere’ se ne intende, il generale Francesco Figliuolo, che ci immaginiamo pensare: “Qui o si fa il vaccino o si muore“.