TORINO. Conosciute come Ogr, le Officine Grandi Riparazioni di Torino sono diventate negli ultimi anni uno dei luoghi più visitati in città, grazie agli eventi in calendario, e agli ospitali spazi interni che le caratterizzano. I numeri parlano di oltre 500mila visitatori, 200 tra artisti e musicisti, 20 mostre, e 70 concerti, decine di aziende e start up dal mondo, accordi internazionali nei primi due anni delle rinate Ogr, che rafforzano la partnership con Artissima, la Tate Modern di Londra, e il British Council. Si terrà una festa proprio per celebrare questi traguardi, dal 26 al 29 settembre prossimi, con i “Wonderful Days”, quattro giorni organizzati con Snodo, l’area dedicata all’enogastronomia.
Le ex Officine Grandi Riparazioni rappresentano uno straordinario esempio di archeologia industriale. Risalgono al 1878, quando erano la sede della fabbrica che costruiva locomotive e vagoni ferroviari. Funzionanti fino agli Anni Settanta, furono dismesse nei primi Anni Novanta, e dal 2011 ospitano numerosi eventi legati alla cultura. Nel 2013 furono acquistate dalla società consortile per azioni Ogr-Crt, ente strumentale della Fondazione Crt. Gli spazi polivalenti sono stati recuperati e messi in sicurezza negli ultimi anni, diventando un polo culturale, a forma di “H” (su circa 20mila metri quadrati), inserito nel più ampio progetto di sviluppo dell’area urbana di Porta Susa.
«Le Ogr sono un luogo multiculturale di sperimentazioni che ha saputo mantenere lo spirito dell’officina con una nuova missione», dichiara il direttore generale Massimo Lapucci, mentre il presidente Fulvio Gianaria afferma: «C’è un lato meno visibile, ma importante: le Ogr sono una macchina in movimento al servizio del territorio». Il direttore artistico Nicola Ricciardi sottolinea che: «Abbiamo lavorato per posizionare le Ogr e le loro offerta culturale tra le eccellenze europee. Non abbiamo posto limiti all’ambizione».
Simona Cocola