TORINO. Le Marche, la regione ospite d’onore del Salone del Libro 2019, ha preso posto all’interno del Padiglione 1 per promuovere la cultura del libro e della lettura attraverso i propri editori, scrittori, e autori, in numerosi incontri, dalla letteratura alla poesia, dalla fotografia al digitale, con le presentazioni, inoltre, dei festival letterari e premi che animano la vita culturale del territorio. Il grande riconoscimento per la ricchezza culturale di questo territorio, come ricordato dalla Regione, è stato suggellato dal tema dell’Infinito, quest’anno ricorre il bicentenario della stesura, che ne ha caratterizzato la presenza a Torino.
Presso lo “Spazio Marche”, di 150 metri quadrati, in cui si è rievocato il mondo leopardiano con un gioco di immagini e parole, si sono succeduti diversi interlocutori, per ricordare, inoltre, grandi marchigiani del Novecento come Carlo Bo, Paolo Volponi e Luigi Di Ruscio. Tra le iniziative, non poteva mancare l’omaggio alla tradizione che dal 1200 distingue la regione come culla della carta occidentale, grazie ai mastri cartai di Fabriano, presenti anche nello spazio Fantàsia del Salone, i quali hanno spiegato come nasce la carta e mostrato due nuove filigrane dedicate a Leonardo Da Vinci e a Giacomo Leopardi.
Lo stand delle Marche, dove spicca la bella immagine del teatro comunale Feronia, opera dell’architetto Ireneo Aleandri, ha ospitato il critico d’arte Vittorio Sgarbi, che ha elogiato questa meraviglia italiana: «Tutto quello che nelle Marche trova luogo di risonanza per anime inquiete, diventa poi un valore universale», ha affermato. Nell’incontro col pubblico Sgarbi ha esaltato il paesaggio, le scuole pittoriche del luogo, e gli artisti: «La parola “infinito” si lega alle Marche – ha dichiarato – attraverso l’intuizione poetica del Leopardi. Sono anche un luogo dove c’è una formidabile bellezza nei singoli borghi, una quantità di opere stupefacenti, come una specie di diffusione centrifuga che fa sì che non ci sia una vera capitale, ma un luogo unico di infinita bellezza».
Simona Cocola