Meloni e Salvini apprezzano le critiche di Draghi alle istituzioni europee. Scontro con il M5s sul superbonus edilizio
L’intervento del presidente del Consiglio al Parlamento europeo di Strasburgo è stato incentrato sulla guerra in Ucraina. Ma l’ex presidente della Bce, nel suo discorso e poi nella replica al dibattito su “questa è l’Europa” ha toccato anche altri temi, come le istituzioni europee il bonus 110%. Scatenando le reazioni politiche.
Parlando di Europa, Mario Draghi ha bocciato l’attuale funzionamento della macchina burocratica di Bruxelles. “Le istituzioni che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi“, le parole del capo del governo. Che quindi propone un “federalismo pragmatico“, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso – dall’economia, all’energia, alla sicurezza, assicurando nel contempo “la difesa dei valori europei di pace, di solidarietà, di umanità“. Tanto da arrivare a proporre una revisione dei trattati: “si abbracci con coraggio e con fiducia” questo percorso. L’obiettivo è trovare “un funzionamento più efficiente delle istituzioni europee che permetta di trovare soluzioni tempestive ai problemi dei cittadini“.
Un esempio è la spesa militare europea. Che è tre volte quella della Russia, ma “si divide in 146 sistemi di difesa. Gli Stati Uniti – ha spiegato Draghi – ne hanno solo 34. È una distribuzione di risorse profondamente inefficiente, che ostacola la costruzione di una vera difesa europea“. Da qui la necessità, non solo in campo militare ma in tutto il meccanismo decisionale, di “superare il principio dell’unanimità, da cui origina una logica intergovernativa fatta di veti incrociati, e muoverci verso decisioni prese a maggioranza qualificata. Un’Europa capace di decidere in modo tempestivo, è un’Europa più credibile di fronte ai suoi cittadini e di fronte al mondo“.
Ha sentito l’intervento di Draghi anche la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Che ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Perfino Draghi si accorge che le istituzioni europee sono inadeguate. Quando lo dicevamo noi eravamo pericolosi sovranisti anti europei“. Anche Matteo Salvini plaude: “Trattati da cambiare. Bene Draghi, la Lega lo chiede da tempo“. Mentre il presidente della Commissione Esteri della Camera, Piero Fassino del Pd, parladi “messaggio vigoroso” da parte di Draghi perché si dia il via ad una “terza fase” del processo di integrazione.
Nella sua replica, il presidente del Consiglio, parlando di clima e di ecologia, ha toccato anche l’argomento del bonus edilizio 110%, criticandolo apertamente. Dopo aver elogiato il ministro Cingolani per il suo lavoro nel campo energetico per trovare alternative al gas russo, Draghi ha aggiunto: “Possiamo non essere d’accordo sul superbonus del 110%, e non siamo d’accordo sulla validità di questo provvedimento“. Il presidente del Consiglio cita “Soltanto un esempio. Il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%. I prezzi degli investimenti necessari per attuare le ristrutturazioni sono più che triplicati, perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo. E quindi questo è il risultato“. In realtà, per il premier ci sono altre criticità, come le truffe e i problemi sulla cessione del credito.
Una presa di posizione, quella di Draghi, che trova la ferma contrarietà del Movimento 5 stelle, principale sponsor politico del bonus 110. E infatti interviene subito Riccardo Fraccaro. Il deputato grillino, su Facebook, accusa il premier di aver “rischiato di rendere la misura inutilizzabile” apportando blocchi e modifiche nei mesi scorsi. “Vorrei ricordare al nostro presidente del consiglio – aggiunge Fraccaro – che il Superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea“.