Il mondo odierno viene ormai vissuto quasi totalmente con la moda dei social network, comune sia tra i più giovani che negli adulti. Se prima l’abitudine era quella di immortalare dei precisi momenti con una macchina fotografica per poi averne una copia cartacea da inserire nel proprio album fotografico, oggi grazie alla tecnologia moderna tutto è diventato sicuramente più facile e veloce e questo ha fatto in modo di poter fotografare qualsiasi cosa ed in qualsiasi momento, con la facoltà di stampare (anche nell’immediato) le foto desiderate dall’individuo.
Ma la moda attuale prevede che una foto venga quasi immediatamente pubblicata sugli attuali social network e sulle piattaforme analoghe.
Le foto che si trovano oggi in rete e sui social sono tra le più svariate, ma quelle che fanno più discutere sono le foto dei minori: vi è chi pubblica qualsiasi fotografia del proprio figlio o del proprio nipote, chi le pubblica oscurandone il volto e chi, invece, è assolutamente contrario.
Ciò che è importante sapere è che per pubblicare le foto dei bambini vi deve essere il consenso da parte dei genitori degli stessi, senza di esso la pubblicazione sarebbe da considerare illecita.
Gli esperti spiegano che una delle norme da seguire è la Legge sul diritto d’autore (art. 96, Legge n. 633/1941) – nata diversi anni prima di Internet, ma che sembra essere comunque applicabile – che dispone, per qualsiasi età, che “il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa”. Ad oggi, una foto o un video equivalgono ad un ritratto, specialmente quando in questi mezzi multimediali moderni viene riconosciuta l’identità della persona.
Quindi il consenso alla pubblicazione è indispensabile, salvo casi particolari come quelli previsti nell’art. 97 della Legge n. 633/1941 (necessità di giustizia, cerimonie di interesse pubblico, etc).
La paura maggiore di chi è contrario nel vedere pubblicate in rete foto o video in cui sono presenti i propri figli è perché potrebbero finire nelle mani sbagliate (che secondo gli esperti avviene in almeno la metà delle foto dei minori che circolano sui social), mentre per altri o si tratta di motivi di sicurezza o sentono violata la propria privacy.
Con ciò non significa che ogni foto verrà utilizzata in casi di pedofilia, come molti pensano, ma vi sono anche persone con obiettivi e interessi diversi che approfittano di queste situazioni e del consenso “implicito” di chi pubblica tali foto.
Ogni individuo, prima o poi, fotografa un bambino o un neonato, ma molti sono coloro che si domandano se sia giusto pubblicare tutto ciò sui social e, soprattutto, se è davvero possibile condividere alcuni momenti della propria vita sul web senza che sia violata la privacy.
Gli esperti la definiscono come l’attuale “moda del web”, sostenendo che in questi casi ciò che deve essere totalmente protetta è la riservatezza dei minori e che pubblicando ciò che li riguarda questa viene a mancare.
Questi spiegano inoltre quanto sia importante fare attenzione, perché più si conoscono i dettagli di un minore (preferenze, passatempi, orari, impegni, etc.) e più è facile che questo possa essere avvicinato da uno sconosciuto. Il ché questo potrebbe comportare enormi rischi per un bambino.
Infine, questi ancora spiegano che un bambino ha un chiaro senso di sé dai 4 anni di età, in tal senso si può quindi parlare dell’autonoma capacità di giudizio dei bambini. Molti bambini non hanno voglia di essere costantemente fotografati e condividere pubblicamente alcune foto di quei momenti sarebbe come ignorare la loro volontà. Violando così la privacy di questi a causa del narcisismo e della vanità di chi le pubblica.
Infine, secondo alcune ricerche, sembrerebbe che molti funzionari della Polizia Postale, che si occupano dei reati sul web, passino molto tempo del loro lavoro a registrare e a indagare per denunce di furti di foto su Internet.
Vi sono stati molti casi discussi negli anni, per citarne alcuni esempi: una madre blogger pubblicò le foto dei suoi gemelli mentre imparavano ad usare il vasino, quelle immagini vennero rubate, ritoccate e condivise su un sito usato dai pedofili; le foto di una bambina sono state invece ritoccate e pubblicate durante l’attuale fase pandemica per sostenere una reazione favorevole/contraria alla vaccinazione anti Covid-19; le foto di alcuni bambini sono state utilizzate per alimentare il bullismo del body shaming; e molto altro.
Senza contare le molte persone che, ad oggi, utilizzano il web per ottenere successo (Instagram, TikTok, etc.) e lo fanno pubblicando ogni aspetto della loro vita privata, con foto e video di bambini inclusi. Purtroppo, però, spesso e volentieri queste persone lamentano di ritrovarsi a leggere attacchi e commenti sgradevoli anche sui propri figli, per qualsivoglia motivo. Tutti aspetti che andrebbero messi in conto in anticipo, essendo i diretti responsabili di una “vita da web”.
Gli esperti spiegano che è importante considerare il bambino nella sua unicità e con i suoi diritti, considerando inoltre che questo, in futuro, potrebbe anche rimproverare i genitori per aver contribuito a creare una loro personalità online.
Detto ciò, essendo ben consapevoli di tutto ciò che potrebbe verificarsi alla pubblicazione di una foto, ognuno si senta libero di fare come preferisce. Gli unici suggerimenti che gli esperti si sentono di dare per difendere e tutelare i bambini nell’era di Internet sono i seguenti:
I minori devono sempre essere tutelati e per tale motivo è stata stabilita un’età minima per esprimere il “consenso digitale” al trattamento delle informazioni personali che li riguarda.
La normativa europea pare lasci un ampio margine di applicabilità e in Italia questo limite di legge è stato fissato al compimento dei 14 anni di età (art 2 quinquies, D. Lgs. n. 101/2018, “Consenso del minore in relazione ai servizi della società dell’informazione”).
Il minore che ha compiuto 14 anni potrà condividere le sue immagini sui social, dopo aver espresso il suo consenso al trattamento delle informazioni personali sulla piattaforma dell’account che intende aprire ed utilizzare (Facebook, Instagram, TikTok, etc). Al di sotto di quell’età ogni contenuto pubblicato che ritrae il minore è invece subordinato al consenso dei suoi genitori.
Cosa succede quando i genitori di un minore sono separati o divorziati e solo uno di essi è favorevole alla pubblicazione di foto o video del proprio figlio sui social? Qui potrebbero sorgere dei contrasti, in particolare se la separazione è avvenuta con non poca facilità e se uno dei due pubblica all’insaputa dell’altro o pubblica nonostante il suo dichiarato dissenso.
Nei casi di genitori separati ma con affidamento condiviso del minore, occorre il comune accordo per poter pubblicare foto o video dei figli, oppure è possibile pubblicare solo se vengono adottati opportuni accorgimenti per rendere questi ultimi irriconoscibili (ad esempio oscurandone il volto con fotoritocco). In caso di disaccordo, se viene pubblicata una foto del minore con il dissenso di una delle due parti, sarà necessario rivolgersi all’autorità giudiziaria, che farà gli interessi del minore.
Resta invece un’eccezione in caso di affido esclusivo del minore, qui la decisione spetta al genitore affidatario e non vi è alcun obbligo di interpellare l’altra parte.
C’è sempre un gran dibattito che riguarda le fotografie dei minori che circolano sui social, si tratta di una questione molto delicata e che divide l’opinione pubblica.
Vi sono persone favorevoli e che pubblicano senza problemi, vi è chi pubblica occasionalmente e che copre il volto del bambino con adesivi vari e chi invece si dichiara fortemente contrario perché teme una violazione della privacy e possibili ed eventuali ripercussioni negative per i loro bambini. Tutte decisioni e paure legittime.
La questione può inoltre diventare più complicata in caso di genitori separati o divorziati in cui uno dei due è a favore e l’altro contrario, soprattutto nei casi in cui il figlio di questi viene “usato come ascia di guerra” fra le due parti.
In sintesi, pubblicare foto sul web dei propri figli non è un reato e un genitore non è perseguibile dalla legge per questo. I problemi, però, sorgono: quando soggetti terzi pubblicano la foto di un minore senza il consenso dei genitori di questo; quando vi sono genitori separati che la vedono in modo diverso e che si fanno la guerra utilizzando il proprio figlio come arma; quando pubblicare diventa un pericolo per la tutela del minore oppure un’ossessione dettata da per puro narcisismo e che in qualche modo lede la dignità del bambino.
Condividere foto e video dei minori sui social è quindi a discrezione di ciascun individuo, che deve saper agire con consapevolezza e valutarne ogni possibile rischio.
Valeria Glaray