L'Uefa prepara una maxi causa da 60 miliardi di euro contro i club ribelli: Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham Hotspur
C’è una frase che in questo momento continua vorticare incessantemente nella mia mente e della quale non riesco a liberarmi. È una frase apparsa su uno striscione allo stadio qualche tempo fa, nel lontano tempo in cui i tifosi erano ancora ammessi ad assistere le manifestazioni sportive, che afferma: “Creato dai poveri, rubato dai ricchi“. La frase si riferisce allo sport più seguito e praticato al mondo: il Calcio (volutamente con la C maiuscola).
Per quanto evocativa e carica di suggestione purtroppo questa affermazione è del tutto errata in quanto questo sport, nella sua accezione moderna, nacque come sport d’élite per intrattenere la borghesia inglese e praticato da giovani rampolli facoltosi nelle scuole e nelle università più prestigiose. Quello che invece è incontrovertibile è che il calcio è stato rivoluzionato da atleti di umili origini, diventati simbolo per miliardi di appassionati, che attraverso le proprie gesta sportive, l’impegno e la passione profusa sono stati in grado di conquistare il riscatto sociale. Una riscossa che può essere sintetizzata in tre parole: successo, fama e soldi.
Dopo l’arrivo della pandemia anche l’economia legata al mondo del pallone ha subito gravi perdite, come del resto la maggior parte delle attività economiche mondiali, per questo motivo dodici tra i più blasonati club di calcio europei hanno annunciato congiuntamente, con il medesimo comunicato stampa pubblicato sui loro siti, di aver raggiunto un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale: la Super League.
Le squadre che hanno aderito alla Super League e che faranno parte della ristretta cerchia di “Club Fondatori”, in totale saranno 15, sono dodici: Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Tottenham, Atletico Madrid, Barcellona, Real Madrid e Internazionale Milano, Juventus e Milan. Al momento si sono dichiarate contrarie due big del calibro di Bayern Monaco, campione d’Europa e del Mondo in carica, e Paris Saint Germain, semifinalista in questa edizione della Champions League grazie alla vittoria nella doppia sfida dei quarti contro i campioni bavaresi. Per convincere i due club si puntava all’ingresso del Borussia Dortmund, che ha categoricamente rifiutato la proposta. Contrarie anche Ajax e Porto. Ma dalla Francia fanno sapere che non è escluso il coinvolgimento di una squadra o più tra Monaco, Lione e Olympique Marsiglia.
Nel format della nuova competizione, che ricorda a molti la Nba, sarà prevista la partecipazione di 20 squadre: 15 club fondatori più altri cinque che verranno ammessi ogni anno con un meccanismo di selezione che si baserà sui risultati conseguiti nella stagione precedente.
La manifestazione si giocherà con partite infrasettimanali, così come accade oggi in Champions League e Europa League, e non verrà messa a repentaglio la partecipazioni di queste società ai rispettivi campionati nazionali. La competizione avrà inizio ad agosto: le squadre saranno suddivise in due gironi da dieci squadre, che giocheranno sia in casa che in trasferta. Le prime tre classificate di ogni girone si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale, quarte e quinte in classifica si affronteranno in una doppia sfida per i due restanti posti. Quarti e semifinali a eliminazione diretta, con sfida in casa e in trasferta, fino alla finale in gara secca che sarà disputata alla fine di maggio in uno stadio neutrale.
Nel comunicato si afferma che gli incontri a livello nazionale continueranno a rimanere ‘il cuore‘ delle competizioni tra club. Mentre in sostanza si da un bel calcio nel sedere (tanto per utilizzare un termine appropriato al tema) alle due più importanti competizioni calcistiche europee. I club hanno anche anticipato l’intenzione di creare una Super Lega femminile per promuovere lo sviluppo e la crescita del movimento del calcio femminile.
In soldoni ai club fondatori riceveranno un contributo una tantum pari a 3,5 miliardi di euro, da suddividere equamente tra tutti, a supporto dei loro piani d’investimento in infrastrutture e per bilanciare l’impatto della pandemia. È inoltre facile intuire la crescita esponenziale degli introiti che le società ricaveranno dalla vendita dei biglietti allo stadio e dai diritti tv, senza considerare il merchandising che potrebbe decollare vertiginosamente. Ma nello stesso tempo i club si sono impegnati, nel lungo termine, a versare dei contributi di solidarietà a supporto del calcio europeo senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega e che già nel periodo iniziale potrebbe superare i 10 miliardi di euro, cifra nettamente superiore rispetto a quanto stanziato oggi.
Ma nonostante i buoni propositi Uefa e Fifa sono sul piede di guerra, a nulla è bastato l’auspicio dei club coinvolti di cooperare con i più importanti organismi di governo del calcio: insieme alle Federazioni e Leghe nazionali hanno fatto fronte comune e stanno studiando una causa da 50-60 miliardi per danni e mancati guadagni, oltre all’esclusione delle ‘ribelli’ dal sistema tradizionale.
L’Uefa ieri pomeriggio con una dura nota sottoscritta da Federcalcio inglese, Premier League, Federcalcio spagnola, Liga, Figc e Lega Serie A ha minacciato i club coinvolti dell’esclusione da qualsiasi altra competizione, di carattere nazionale, europeo o mondiale. E ai giocatori di loro proprietà potrebbe essere negata la possibilità di rappresentare le propria nazionale d’appartenenza.
La Super League potrebbe essere una grande opportunità per il rilancio del calcio sia a livello europeo che mondiale, il problema è che si rischierebbe che a beneficiarne sarebbero solo poche squadre e tra l’altro le più ricche o blasonate. Fanno riflettere molto le parole di Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, che ha ammesso come i club più grandi abbiano subito perdite maggiori a causa della pandemia. Ma nello stesso tempo questo periodo così complicato della storia umana e sportiva ci fornisce l’opportunità di riflettere e confrontarsi su questi e molti altri temi.
“Fare calcio oggi è difficile – asserisce Carnevali – ma questa nuova Super League potrebbe far perdere l’interesse dei tifosi nei confronti delle competizioni nazionali“. In sostanza favole come Sassuolo e Atalanta, per citarne due delle più recenti, avrebbero serie difficoltà a ripetersi e di mantenersi ad alti livelli. Senza dimenticare exploit come quelli del Leicester, che nella stagione 2015/16 ha conquistato il campionato inglese, o di Lilla (attualmente in vetta del campionato francese) e Montpellier rispettivamente vincitrici della Ligue 1 nel 2009/10 e 2010/11.
Sarebbe enormemente triste non vedere gli stadi pieni, non assistere alla vittoria di un Benevento sulla Juventus, di uno Spezia sul Milan, della Sampdoria sull’Inter, così come avvenuto quest’anno. Sarebbe un colpo al cuore non vedere scontrarsi alla pari giocatori del calibro di Ibrahimovic, Calhanoglu, Theo Hernandez, Ronaldo, De Ligt, Dybala, Lukaku, De Vrij, Martinez contro colleghi meno sconosciuti ma non per questo meno forti o meno capaci di scrivere pagine importanti nella storia di questo sport. La speranza è che siano sotterrate le asce di guerra e che ci sia a breve un dialogo costruttivo che possa portare al bene di tutte le componenti di questo sport eccezionale del quale siamo innamorati follemente.